Papa Francesco, “No al lavoro minorile”

Vaticano – Al termine della tradizionale udienza del mercoledì Papa Francesco il 10 giugno ha ricordato il dramma dei piccoli costretti al lavoro, lanciando un appello alle istiutuzioni in vista della Giornata del 12 giugno

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“Venerdì prossimo, 12 giugno, si celebra la Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile, un fenomeno che priva i bambini e le bambine della loro infanzia e che ne mette a repentaglio lo sviluppo integrale. Nell’attuale situazione di emergenza sanitaria, in diversi Paesi molti bambini e ragazzi sono costretti a lavori inadeguati alla loro età, per aiutare le proprie famiglie in condizioni di estrema povertà. In non pochi casi si tratta di forme di schiavitù e di reclusione, con conseguenti sofferenze fisiche e psicologiche. Tutti noi siamo responsabili di questo”.

Così Papa Francesco, al termine dell’udienza di mercoledì 10 giugno ha richiamato l’attenzione sul dramma del lavoro minorile, in vista della Giornata del 12 giugno istituita dall’Onu nel 2002. Onu che denuncia lo sfruttamento nel mondo di 152 milioni di piccoli. La giornata  cade a pochi giorni dalla morte (il 31 maggio) di Zhora, 8 anni che lavorava come domestica in Pakistan, uccisa dai suoi “datori di lavoro”.

“Faccio appello”, ha richiamato Papa Francesco, “alle istituzioni affinché pongano in essere ogni sforzo per proteggere i minori, colmando le lacune economiche e sociali che stanno alla base della dinamica distorta nella quale essi sono purtroppo coinvolti. I Bambini sono il futuro della famiglia umana: a tutti noi spetta il compito di favorirne la crescita, la salute e la serenità!”

Le parole di Francesco al termine della Catechesi che ha richiamato il valore della preghiera a prartire dall’esperienza di Giacobbe

“Tutti quanti noi” – ha ricordato il Papa – “abbiamo un appuntamento nella notte con Dio, nella notte della nostra vita, nelle tante notti della nostra vita: momenti oscuri, momenti di peccati, momenti di disorientamento. Lì c’è un appuntamento con Dio, sempre. Egli ci sorprenderà nel momento in cui non ce lo aspettiamo, in cui ci troveremo a rimanere veramente da soli. In quella stessa notte, combattendo contro l’ignoto, prenderemo coscienza di essere solo poveri uomini – mi permetto di dire “poveracci” – ma, proprio allora, nel momento in cui ci sentiamo “poveracci”, non dovremo temere: perché in quel momento Dio ci darà un nome nuovo, che contiene il senso di tutta la nostra vita; ci cambierà il cuore e ci darà la benedizione riservata a chi si è lasciato cambiare da Lui. Questo è un bell’invito a lasciarci cambiare da Dio. Lui sa come farlo, perché conosce ognuno di noi”.

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