Vediamo solo la brutalità e la ferocia di questa guerra, «che è mostruosa», alle porte dell’Europa e non vediamo «l’intero dramma che si sta svolgendo dietro a questa guerra, che è stata forse in qualche modo o provocata o non impedita». Vorrei partire da questa frase, pronunciata da Papa Francesco nell’intervista con i direttori delle riviste dei gesuiti, e pubblicata su «La Civiltà Cattolica» dopo l’incontro dello scorso 19 maggio, per riflettere sulle parole del vescovo di Roma sul conflitto in Ucraina, e sulla preoccupazione che da sempre ha il suo guardare ai fatti del mondo. Certo, alcune sue affermazioni sono state male interpretate, non capite, così da suscitare critiche, tanto da essere contemporaneamente chiamato putiniano e filo ucraino.
Non è piaciuto il fatto che non abbia puntato il dito solo contro Mosca, l’invasore, ma abbia preferito l’immagine di Cappuccetto rosso e del lupo per dire che «qui non ci sono buoni e cattivi metafisici, in modo astratto. Sta emergendo qualcosa di globale, con elementi che sono molto intrecciati tra di loro». E poi quell’abbaiare alle porte della Russia, frase di un Capo di Stato ricevuto in udienza che, dice Francesco, «ha saputo leggere i segni di quel che stava avvenendo».
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