Arriva a Torino il film su Papa Francesco, «uomo di parola»

11 sale nella Provincia torinese – Il documentario di Wim Wenders su Papa Bergoglio in 130 Sale della comunità: il Santo Padre e la propria visione della Chiesa in un film dal quale si esce con una rinnovata voglia di vivere e di impegnarsi nel mondo

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Un documentario, non una biografia in immagini. Dunque, un film in cui la testimonianza, la presenza, la parola diventano fondamentali. E infatti la frase «Un uomo di parola» è parte integrante del titolo del nuovo lavoro di Wim Wenders, dedicato a Papa Francesco, frutto di quattro lunghe interviste a Jorge Mario Bergoglio realizzate nel giro di due anni. Già inserito nel cartellone del Festival di Cannes, lo scorso maggio (in una apposita séance spéciale), ora nei cinema con un’uscita-evento, a partire dal 4 ottobre, e in programmazione in almeno 130 Sale della comunità dell’Acec (Associazione cattolica esercenti cinema, che ha raggiunto una fruttuosa intesa con la distribuzione targata Universal), «Papa Francesco. Un uomo di parola» è un film che parla di «futuro, ambiente, povertà, integrazione, famiglia, genitorialità, stile di vita, tempo, dolore, donna, diversità e religioni», come scrive Arianna Prevedello, responsabile della comunicazione dell’Acec. Con «Gesù Cristo e san Francesco d’Assisi a costituire la punteggiatura rivoluzionaria di un’esperienza filmica dedicata alla tenerezza e alla speranza».

Dunque, un viaggio di formazione umana, cristiana e sociale in compagnia del (vero) Pontefice, e non un ‘riassunto’ biografico e cronologico attorno alla sua (attoriale) figura, come invece aveva provato a fare nel 2015 Daniele Luchetti nell’apprezzato film di finzione «Chiamatemi Francesco», operazione di matrice televisiva portata però prima sul grande schermo. Qui, invece, è proprio il Santo Padre argentino a dialogare direttamente con lo spettatore, instaurando, letteralmente, un rapporto con il mondo globale, raffigurato dalle masse di fedeli che (ben documentate dal poderoso materiale d’archivio del Centro televisivo vaticano) lo hanno accolto nei suoi viaggi apostolici in Terra Santa, in Africa, in Sudamerica e in Asia, poi alle Nazioni Unite, affrontando il Congresso degli Stati Uniti, mentre si unisce al lutto per tutte le vittime dell’11 settembre a Ground Zero oppure presso lo Yad Vashem, il monumento in memoria dell’Olocausto, oppure ancora colloquiando con i carcerati in penitenziario e con i rifugiati nei campi affacciati sul Mediterraneo. Francesco risponde a tante domande: i dubbi, gli interrogativi di contadini, lavoratori, migranti, bambini e anziani, volti e voci che si fanno Paese-mondo, spaccato solare ma anche sofferente di una collettività fragile però ancora capace di ascoltare chi, con infinita misericordia, ne prende le difese.

A loro, attraverso di loro, Papa Francesco espone la propria visione della Chiesa, la sua profonda preoccupazione per le condizioni dei poveri, il suo pieno coinvolgimento nelle tematiche ambientali e di giustizia sociale, la sua ferma invocazione di pace nelle aree di conflitto e tra diversi universi religiosi. Idee, pensieri, parole esposte con forza evocativa, in diverse lingue, guardando negli occhi lo spettatore. Dandogli fiducia, rileggendo la contemporaneità alla luce dell’autenticità del Vangelo, trasmettendo un senso di ‘comunità’ profondo e intenso. Un’empatia sorretta dalla fede e, insieme, da una ‘calda’ umanità.

Il valore cinematografico del film di Wenders, in effetti, risiede nello sguardo oggettivo posto dal regista tedesco sul Pontefice, osservato in prima persona da prospettiva accogliente ma non devozionale, in grado di generare legami associativi diretti e posizioni identitarie comuni (sull’ambiente, in particolare, come ben sottolinea uno più riusciti documentari di Wenders, girato nel 2014: «Il sale della terra», sul fotografo brasiliano Sebastião Salgado) e di riverberarle, poi, ad un pubblico non necessariamente alimentato dai valori della fede ma certamente sensibile ai tanti, alti temi che fanno, in qualche modo, da ‘sceneggiatura’. Come ammesso dallo stesso regista, dapprima cattolico, poi protestante, «non c’è nessuna immagine che mi sia stato chiesto di aggiungere o togliere. Nessuno, in Vaticano, mi ha espresso un obiettivo da raggiungere». Così, libero di comunicare a credenti e non credenti, «Papa Francesco. Un uomo di parola» brilla per comprensione e compassione. E, come ribadisce Arianna Prevedello, «si esce dal cinema con una rinnovata voglia di vivere e di impegnarsi per un mondo vocato all’abbraccio fraterno».

LE SALE DELLA COMUNITA’ IN CUI E’ IN PROGRAMMAZIONE IL FILM

Torino, Agnelli (via Sarpi 111/a, tel. 011.3161429): venerdì 5 e da lunedì 8 a mercoledì 10 ottobre alle 21, domenica 7 alle 18 e 21.

Esedra (via Bagetti 30, tel. 324.8868183): venerdì 5 e lunedì 8 alle 21.15, sabato 6 alle 19.15 e 21.15, domenica 7 alle 16, 18 e 20.

Monterosa (via Brandizzo 65, tel. 011.2304153): venerdì 5, sabato 6 e lunedì 8 alle 17.30 e 21, domenica 7 alle 16, 18.30 e 21.

Distretti, Carmagnola, Elios (piazza Verdi 4, tel. 346.2120658): sabato 6 alle 21, domenica 7 alle 17 e 21.

Cascine Vica, Don Bosco Digital (via Stupinigi 1 angolo corso Francia 214 bis, tel. 011.9508908): sabato 6 alle 17.45 e 21.15, domenica 7 alle 17.30 e 20, lunedì 8 alle 21.15

Giaveno, San Lorenzo (via Ospedale 8, tel. 011.9375923): venerdì 5 alle 21.15, sabato 6 alle 19 e 21.15, domenica 7 alle 16, 19 e 20.30

Leinì, Auditorium (piazza Don Matteo Ferrero 2, tel. 011.9988098): sabato 6 alle 21, domenica 7 alle 15.30 e 18.

None, Eden (via Roma 2/a, tel. 011.9905020): venerdì 5 e sabato 6 alle 21, domenica 7 alle 18 e 21.

Rivoli, Borgonuovo (via Roma 149/c, tel. 011.9564946): venerdì 5 e sabato 6 alle 21, domenica 7 alle 17.30 e 21.

Villastellone, Jolly (via San Giovanni Bosco 2/b, tel. 011.9696034): sabato 6 alle 21, domenica 7 alle 17 e 21.

Vinovo, Auditorium (via Roma 8, tel. 011.9651181): venerdì 5 e sabato 6 alle 21, domenica 7 alle 16 e 18

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