Dopo oltre due anni di silenzio sul progetto del Parco della Salute, che porterà nell’area ex Avio-Oval del Lingotto le attuali strutture sanitarie delle Molinette, del Cto e dell’Ospedale Sant’Anna, per un totale di 1.040 posti letto, la scorsa settimana l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Luigi Icardi, ha annunciato che a giugno saranno allestiti i
cantieri per la bonifica della zona i cui lavori inizieranno in autunno per finire nel maggio 2022.
«Nel luglio 2022», ha detto Icardi, «ci sarà l’aggiudicazione dei lavori di costruzione e all’inizio del secondo semestre 2022 sarà posata la prima pietra. Chi si aggiudicherà i lavori avrà 5 anni per consegnare l’opera che sarà dunque pronta nel 2027».
Si tratta di un investimento complessivo di 450 milioni di euro, di cui 300 milioni a carico del privato che realizzerà il progetto, per un complesso che va ad inserirsi in una zona in completa trasformazione per oltre dieci anni assediata dai cantieri della metropolitana su via Nizza e del grattacielo della Regione Piemonte, rimasto nel limbo dell’incertezza, in
particolare sul termine effettivo dei lavori.

«Auspichiamo», sottolinea Davide Ricca, presidente della Circoscrizione 8, «che il territorio venga coinvolto nei tavoli istituzionali di progettazione. In primo luogo è fondamentale offrire ai cittadini un’adeguata informazione sulle trasformazioni in essere, come quelle che
avverranno in piazza Bengasi, da fine mese nuovo capolinea della linea 1 della metropolitana, e intorno al grattacielo. Ci aspettiamo poi un cronoprogramma più dettagliato sulle tempistiche delle bonifiche della vasta area (317 mila metri quadrati). In sostanza confidiamo che il Parco della Salute non resti l’ennesima opera incompiuta nel quartiere, ma un’opportunità di vero rilancio anche per il territorio: l’opera, per esempio, attrarrà numerosi studenti vista la vocazione universitaria del
nuovo polo della sanità».
Il territorio si interroga anche sul futuro dell’attuale Città della Salute (ospedali
Molinette, Cto e Sant’Anna). «È previsto un progetto di riqualificazione e di riutilizzo delle strutture?», si chiede Ricca, «si è parlato di ‘Casa della Salute’, ma non abbiamo certezze e informazioni a riguardo. Sono stati fatti importanti investimenti sulla viabilità in piazza Carducci e in via Nizza, ci auguriamo dunque che l’area non resti un ‘vuoto urbano’ abbandonata al degrado. Quella zona sarebbe idonea, per esempio, ad ospitare un Centro civico a disposizione del quartiere. Attendiamo, in conclusione, un coinvolgimento su questi aspetti strategici di progettazione».
«Il quartiere è certamente in sofferenza per l’annoso ‘metodo’ di rimandare progetti e
tenerli sospesi senza certezze», sottolinea don Daniele D’Aria, parroco del Patrocinio di
San Giuseppe e Santa Monica, «finalmente il prolungamento della metropolitana fino a
piazza Bengasi vede la luce in fondo al tunnel, ma restano sospesi il grattacielo ‘infinito’,
il collegamento tra la stazione ferroviaria Lingotto e il metrò e poi il futuro del Palazzo del
lavoro. Dopo la pandemia torneranno tutti i ‘nodi’ irrisolti che impediscono un vero
rilancio dell’area e su cui occorre un piano complessivo».
Anche la parrocchia Assunzione di Maria Vergine al fondo di via Nizza si interroga sullo sviluppo del quartiere dopo gli slogan dei maxiprogetti annunciati negli ultimi 20 anni.
«In primo luogo è fondamentale», sottolinea il parroco don Geppe Coha, «garantire ai residenti e ai commercianti della zona, che hanno sofferto molto per la presenza dei
cantieri, l’accesso ad un’informazione pubblica precisa. Accogliamo con favore l’annuncio dell’assessore alla Sanità sul progetto del Parco della Salute, di cui non sapevamo più nulla da troppo tempo, ma allo stesso tempo attendiamo notizie sulle tempistiche dei lavori sul grattacielo della Regione».

Don Coha si augura che il nuovo mega centro della salute tenga conto del territorio a cominciare da una viabilità adeguata e allo sviluppo di attività: «nel quartiere», sottolinea, «sono assenti centri culturali, come teatri, e sono carenti punti di aggregazione che ci auguriamo possano trovare posto nei progetti di rilancio della periferia sud post
industriale».
La comunità guidata da don Coha sta andando avanti con il progetto di completa riqualificazione dell’area di 5 mila metri quadri dove sorge il vecchio oratorio, di proprietà della parrocchia, in via Valenza 46, davanti al grattacielo e alla nuova fermata del metrò «Italia ‘61». Nell’ampia area, secondo il progetto in divenire, troveranno posto un centro diurno per ragazzi autistici, spazi polifunzionali per attività pastorali e di aggregazione aperte al territorio.