La Chiesa francese venderà parte dei suoi immobili per versare risarcimenti alle vittime di preti pedofili. È una delle decisioni più attese dell’assemblea di autunno della Conferenza episcopale francese a Lourdes, dopo la pubblicazione del «rapporto Sauvé», dal nome del presidente della commissione che per oltre due anni ha indagato sulle violenze sessuali compiute da sacerdoti. Secondo un primo calcolo, in 70 anni, dal 1950 al 2020 le vittime sarebbero 216 mila, e fino a 330 mila contando anche gli abusi di laici che lavorano in ambienti ecclesiali. Una cifra spaventosa, dal punto di vista morale e umano, che ha portato Papa Francesco a dire: «È il momento della vergogna, la mia e la nostra».
DIMENSIONE SISTEMICA DAL 1950 – Davanti all’immagine di una statua che rappresenta un bambino che piange, l’episcopato ha riconosciuto «la responsabilità» della Chiesa nei crimini sessuali commessi da preti e religiosi e la loro «dimensione sistemica» dal 1950. Tra le misure più concrete c’è la compensazione finanziaria che riguarderà le vittime di atti caduti in prescrizione, ma non solo: «Tutte le richieste saranno onorate» assicura Hugues de Woillemont, portavoce dell’episcopato. Esaminerà le domande delle vittime un nuovo organismo indipendente diretto dalla giurista Marie Derain de Vaucresson, ex difensore dei bambini. Un fondo ad hoc era già stato istituito. Il «rapporto Sauvé» raccomandava di finanziarlo «solo con i beni degli aggressori e della Chiesa di Francia», senza attingere alle donazioni dei fedeli.
I vescovi si sono anche impegnati a rafforzare le unità di ascolto per le vittime nelle diocesi e a creare «una mappa dei rischi». L’episcopato conferma anche la creazione, dal 1° aprile 2022, di un tribunale penale canonico interdiocesano in Francia, composto da laici e sacerdoti formati ed esperti, dovrebbe permettere una giustizia più specializzata e competente.
LE RICHIESTE AL PAPA – Altre richieste riguardano il Codice di Diritto Canonico e saranno presentate al Papa il 9 dicembre quando riceverà due membri della «Commissione Sauvé», il presidente della Conferenza episcopale, mons. Éric-Marie de Moulins d’Amieu de Beaufort, arcivescovo metropolita di Reims – chiede perdono alle vittime e dice chiaramente che «il tempo dell’omertà è finito» – e madre Véronique Margron, presidente delle Congregazioni religiose maschili e femminili di Francia. Tocca infatti al Papa a accogliere o meno le raccomandazioni che toccano al Diritto canonico. Una delle proposte più controverse – ed è molto difficile che venga accettata – è abolire il segreto della confessione quando vengono a sapere di eventuali abusi. Il presidente della Conferenza episcopale annuncia la creazione di «gruppi di lavoro» per riflettere sul «governo» della Chiesa, mentre gruppi di fedeli chiedono più spazio per i laici, comprese le donne, nella Chiesa.
LE PAROLE DI FRANCESCO – «Questo è il momento della vergogna» dice Papa Francesco riferendosi ai 2.900-3.200 preti e religiosi coinvolti nei crimini sessuali., un numero considerevole ma la valutazione è parziale. Mercoledì 6 ottobre 2021, salutando i fedeli di lingua francese presenti all’udienza generale in Vaticano, dice accorato: «Desidero esprimere alle vittime la mia tristezza, il mio dolore per i traumi che hanno subito e anche la mia vergogna, la nostra vergogna, la mia vergogna per la troppo lunga incapacità della Chiesa di metterli al centro delle sue preoccupazioni assicurando loro la mia preghiera. E prego, preghiamo insieme tutti: a te Signore la gloria a noi la vergogna. Questo è il momento della vergogna. Incoraggio i vescovi, i superiori religiosi e voi cari fratelli a condividere questo momento e a continuare a compiere tutti gli sforzi affinché drammi simili non si ripetano. Esprimo ai sacerdoti francesi vicinanza e paterno sostegno davanti a questa prova che è dura, ma è salutare. Invito i cattolici francesi – ha concluso il Papa – ad assumere le loro responsabilità per garantire che la Chiesa sia una casa sicura per tutti».
Restano da segnalare due impressioni: l’assoluta correttezza e l’esemplarità di comportamento della Conferenza episcopale francese; l’impegno diuturno della Chiesa contro questo peccato immondo e questa piaga vergognosa: sembra che in giro non vi siano molte associazioni, entità, comunità professionali, civili e politiche altrettanto impegnate a fare pulizia al loro interno.