Periferie, “senza nuove assunzioni non ci può essere un rilancio”

Torino – Proseguono le interviste de La Voce e il Tempo ai presidenti delle Circoscrizioni cittadine dopo le elezioni amministrative. Ci spostiamo nella Circoscrizione 7 (Aurora-Porta Palazzo, Vanchiglia, Sassi, Madonna del Pilone): è stato rieletto per un secondo mandato, nella coalizione del Centro-sinistra, Luca Deri (Pd)

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Presidente, partiamo subito dal nuovo Palazzetto sportivo del Sermig inaugurato nel quartiere Aurora (via Carmagnola) lo scorso 12 novembre dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un’opera, come ha sottolineato il Capo dello Stato, che testimonia come «le cose impossibili siano in realtà possibili». Cosa ha dire quest’opera realizzata in tempi record e il suo virtuoso progetto di inclusione per i giovani della zona, a quartieri di periferia che si sentono abbandonati e dove il disagio sociale aumenta?

Luca Deri, presidente della Circoscrizione 7

Fino ad un anno fa dalla finestra del mio ufficio in Circoscrizione su corso Vercelli, a due passi dall’area dove ora sorge il Palazzetto, vedevo risse continue ad ogni ora e spaccio di droga a cielo aperto. Adesso c’è il PalaSermig, un fior all’occhiello non solo per il quartiere ma per tutta la città, testimonianza di come lo sport può essere traino per superare il disagio, soprattutto quello giovanile, costruendo una comunità che si fa carico delle nuove generazioni. I campetti in erba sintetica  e la piastra polivalente, inaugurati nel 2008, si erano ammalorati. Come Circoscrizione abbiamo pubblicato un bando pubblico per la gestione di quell’area, a cui ha partecipato solo il Sermig. Sono subito sorte delle problematiche per l’edificazione del Palazzetto in quanto proprio sotto l’attuale struttura passava il canale della Ceronda, costruito alla fine dell’Ottocento, un ostacolo che avrebbe impedito l’edificazione dell’opera. Smat in tempi rapidissimi ha provveduto a spostare il canale sulla via. L’impianto dell’Arsenale della Pace dimostra che opere impossibili diventano possibili grazie alla sinergia fra pubblico e privato.

Accanto al Sermig è imponente sul territorio della Circoscrizione 7 la rete di realtà del mondo cattolico, eredità dei santi sociali torinesi, e delle parrocchie impegnate a tutto campo a sostegno delle diverse fragilità, fondamentali punti di riferimento anche nel tempo della pandemia. Come valorizzare tutto questo patrimonio?

Certamente siamo fortunati: in pochi isolati, tra i quartieri Valdocco, Aurora, Borgo Dora e Porta Palazzo abbiamo un presidio sociale formato da realtà cattoliche che costituisce un unicum nella città: dal Sermig al Cottolengo ai Salesiani dell’Opera di Valdocco, al distretto sociale Barolo, all’associazione Camminare Insieme, alla stessa diocesi con la sede dell’Ufficio Pastorale Migranti in via Cottolengo: tutti soggetti che vanno sostenuti dalle istituzioni attraverso una rete che permette, appunto, di realizzare quei sogni impossibili di cui ha parlato il Presidente della Repubblica nell’inaugurare il PalaSermig.

Sono fruttuose, in particolare, le sinergie anche con la Scuola Cottolengo: mettiamo a disposizione gratuitamente gli spazi della piscina Colletta, del bocciodromo per i diversi progetti sociali fra cui l’Asd GiuCo, che accoglie atleti normodotati e diversamente abili senza distinzioni tra categorie paralimpiche e non. Durante l’estate offriamo alle parrocchie che organizzano Estate ragazzi diversi spazi sportivi per lo svolgimento di attività preziose per le famiglie che lavorano. Gli oratori anche durante l’anno svolgono una funzione cruciale, soprattutto per i ragazzi più fragili che vagano per le strade con il rischio di cadere in circuiti di criminalità.

La scorsa settimana si è tenuta la prima riunione tra i presidenti delle otto Circoscrizioni cittadine, il nuovo sindaco Stefano Lo Russo e il neo assessore al decentramento Francesco Tresso. Di che cosa avete parlato?

Prima di tutto abbiamo discusso sul nodo centrale per la gestione della macchina comunale che la nuova amministrazione certamente deve affrontare di petto: la mancanza di personale. Non è possibile che in una città europea come Torino si attendano 7 mesi per ricevere la carta d’identità. La priorità è senza dubbio quella di procedere a nuove assunzioni. Parliamo di migliaia di persone, per la gestione delle anagrafi che continuano a chiudere nelle sedi decentrate, delle ludoteche, delle biblioteche, dei servizi educativi, delle scuole dell’infanzia, dei servizi sociali: senza una macchina municipale che funziona non si può pensare a nessuna riqualificazione dei quartieri di periferia.

La precedente Giunta non ha mai affrontato la questione per motivazioni legate al bilancio da far quadrare, nessun concorso è stato fatto negli ultimi anni. È urgente un’immediata inversione di rotta.

L’altro argomento sul tavolo è quello delle risorse: confidiamo che con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnnr) possano arrivare fondi per la realizzazione di progetti strutturali e green anche alle Circoscrizioni. La collaborazione fra l’amministrazione circoscrizionale e quella comunale continuerà ad essere attiva, costruttiva, sempre aperta al dialogo. Certamente non staremo zitti su alcune questioni fondamentali come la rivitalizzazione del nostro territorio, a partire dalle aree ex-Ogm in corso Vigevano e del Ponte Mosca. Quest’ultima sarà oggetto di un importante intervento di pregio che anche il quartiere Aurora merita: spero che i cantieri possano partire nei primi mesi del 2022.

Spostiamoci ora a Vanchiglia dove la scorsa estate è riesploso il problema della movida: il quartiere nei fine settimana continua ad essere preso d’assalto da migliaia di giovani con il conseguente rumore insopportabile per i residenti, il degrado e la sporcizia ovunque ogni mattina. Quali soluzioni proponete?

Il problema della movida si affronta con risposte immediate ed altre strutturali, a medio e lungo termine. In primo luogo occorrono maggiori controlli e interventi delle autorità competenti laddove c’è il mancato rispetto delle norme. Per combattere la movida selvaggia proponiamo di destinare ai dehor dei locali tutta piazza Santa Giulia e via Giulia di Barolo, nel tratto che va da via Bava a corso Regina Margherita, oltre all’area pedonale di via Cesare Balbo, in modo da diminuire le possibilità di assembramento di giovani che occupano la strada con casse di birra, musica, tamburi, per poi iniziare lo sballo con grida, litigi, fuochi d’artificio non autorizzati. In piazza deve essere consentito esclusivamente il consumo al tavolo. Allo stesso tempo è opportuno lavorare su soluzioni strutturali: è necessario individuare luoghi della città lontani dalle abitazioni in cui traslare parte dei locali, penso al Parco del Valentino, o ad aree industriali dismesse. Migliaia di giovani in una piazza di notte, anche se chiacchierano semplicemente, creano rumore e disagio.

Infine per quanto riguarda gli esercizi commerciali già lo scorso marzo abbiamo approvato il «Piano di tutela del commercio e dell’artigianato»: pensiamo sia opportuno limitare l’apertura di locali di somministrazione che proliferano nella zona togliendo spazio ad esercizi commerciali di altra natura che stanno scomparendo.

Il mercato di libero scambio in via Carcano (dietro il Cimitero Monumentale), trasferito con non poche polemiche dal canale Molassi in Borgo Dora, ora funziona?

La gestione iniziale da parte dell’amministrazione Appendino è certamente stata pessima. Ma ora, pur con criticità che vanno migliorate, il mercato svolge bene la sua funzione di tutela delle fasce più fragili della popolazione nel rispetto della legalità: i controlli sono capillari come in nessun altro mercato della città. L’attività fornisce un reddito occasionale ma fondamentale per la sopravvivenza di numerose persone: i banchi negli ultimi mesi sono sempre più frequentati da famiglie italiane. Chi continua a chiedere di chiudere questa esperienza non conosce a fondo la realtà.

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