Piemonte, arrivano 41 milioni per salvare le Rsa

Strutture per anziani – Dopo l’appello dei Vescovi piemontesi, la Regione Piemonte stanzierà fondi straordinari per 41 milioni di euro in soccorso alle Rsa per anziani, drammaticamente colpite dall’emergenza Coronavirus

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A inizio dicembre i Vescovi piemontesi avevano suonato l’allarme sui bilanci in rosso, a causa del Covid, di molte Rsa (Residenze sanitarie assistenziali) per anziani. Avevano fatto appello alla Regione Piemonte perché intervenisse con urgenza, stanziando fondi straordinari a sostegno delle strutture in emergenza finanziaria. Una voce allarmata si era alzata anche dalle aziende pubbliche di servizi alla persona, rappresentate dal sindaco di Novara Alessandro Canelli. Ebbene, subito prima di Natale è arrivata la risposta della Giunta Cirio: un disegno di legge che ipotizza, a sostegno delle Rsa e delle altre strutture di servizi socio-sanitari, un contributo straordinario di 41 milioni di euro.

Il denaro non è ancora stanziato. Esiste il progetto di erogarlo: un disegno di legge, appunto, che il Consiglio Regionale discuterà e passerà ai voti, verosimilmente, a metà gennaio. Il presidente Alberto Cirio sta cercando di fare in fretta, ha chiesto alle forze politiche di riservare al provvedimento una corsia preferenziale. E dalle file dell’opposizione è arrivata piena disponibilità a collaborare: «il soccorso alle strutture per anziani è urgente – dichiara Monica Canalis del Pd – e avrà il nostro pieno appoggio».

Secondo Canalis, lo stanziamento ipotizzato nel disegno di legge «non rappresenta uno sforzo particolare per la Regione: esso equivale al denaro che le Asl hanno risparmiato (47 milioni) durante l’emergenza Covid mano a mano che la terribile malattia uccideva gli ospiti anziani e liberava posti letto, non più assegnanti a nessuno».

Il disegno di legge è stato presentato il 18 dicembre da Cirio insieme agli assessori alle Politiche Sociali Chiara Caucino, alla Sanità Luigi Genesio Icardi, e alla Ricerca Covid Matteo Marnati. Nelle prossime settimane il testo sarà oggetto di audizioni nelle Commissioni del Consiglio Regionale, ma è previsto che l’iter sia veloce e che nella seconda metà di gennaio venga approvata la legge. «Daremo il nostro voto favorevole – dice Monica Canalis – ma abbiamo anche chiesto che dopo il voto si apra una riflessione ampia sui servizi domiciliari e sulla riforma delle Rsa piemontesi».

La legge attesa per gennaio distribuirà 41 milioni di aiuti a una rete di oltre 1.800 strutture (52 mila ospiti) che in tutto il Piemonte erogano prestazioni di carattere residenziale di tipo sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale ad anziani, minori, disabili, persone affette da tossicodipendenza o da patologie psichiatriche. Molte strutture sono in grave sofferenza finanziaria a causa delle maggiori spese e delle minori entrate causate dall’emergenza Covid.

Dei 41 milioni di euro, 30 sono destinati alle strutture accreditate e 10 a quelle autorizzate. In particolare, le strutture accreditate di tipo sanitario e socio-sanitario riceveranno 20 milioni quest’anno e 10 l’anno prossimo, come integrazione tariffaria delle prestazioni acquistate dalle Asl.

Alle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali autorizzate al funzionamento sarà riconosciuto un contributo commisurato ai posti letto, per un totale di 10 milioni di euro, che comprendono 6,3 milioni per la copertura dei consumi di energia elettrica presi dalla quota che i concessionari degli impianti di grande derivazione idroelettrica devono versare alla Regione, 2 milioni dei fondo per l’edilizia sociale, 1,8 milioni del fondo della dirigenza regionale, che ha destinato parte del suo compenso all’emergenza Covid.

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