Prima gli italiani? Gli scandali di Catania e Genova

Non c’è niente di «italiano» nell’inumano trattamento che abbiamo riservato ai profughi raccolti dalla nave Diciotti

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Prima gli italiani? Non c’è nulla di «italiano» nel disgustoso spettacolo che il nostro Paese ha mostrato a tutto il mondo in agosto lasciando 170 eritrei a boccheggiare (c’erano malati di scabbia, bambini deperiti, donne violentate nei lager nordafricani) fra le lamiere della nave Diciotti nel porto di Catania. Per dieci giorni abbiamo impedito che i profughi sbarcassero, abbiamo rifiutato di curarli, li abbiamo trattati come oggetti, come merce di ricatto nei confronti di un’Europa che ormai il nostro Paese contrasta ad ogni passo e si sente in diritto di offendere («una schifezza»). Sì: abbiamo fatto «noi» tutto questo, perché il Ministro degli Interni opera in nome nostro. E quindi i responsabili siamo noi. A meno di abbandonare la prudenza e dire finalmente ad alta voce che no: non c’è niente di «italiano» quando si compiono azioni inumane.
Non c’è nulla di italiano negli applausi andati al Governo durante i funerali delle vittime del ponte crollato a Genova: applausi tributati come premio ai Ministri che avevano già condannato con le parole («non possiamo attendere i tempi lunghi della giustizia») i possibili responsabili della tragedia. Applausi a chi avrebbe il dovere di rappresentare tutti gli italiani, che dovrebbe garantire il diritto a difendersi nei tribunali, e che invece assolve e condanna i cittadini nelle piazze. È un sistema che divide gli italiani in buoni e cattivi, che ci sta insegnando a non credere nella Giustizia. In una parola: ci sta facendo diventare nemici gli uni degli altri, con rapidità superiore a quanto percepiamo.
Attenzione: se oggi finiscono alla gogna i manager delle autostrade, domani capiterà a me oppure a te. Processi sommari, arbitrari, da brivido. Un metodo che credevamo sepolto dalla storia.
Prima gli italiani, si dice? D’accordo, prendiamolo per vero qualche istante. Ebbene le famiglie italiane, in larghissima maggioranza, non hanno il volto di chi sfoga le proprie fatiche sui disperati della terra. Possibile che dalle alte sfere, fatta eccezione per il Presidente della Repubblica, non si ascoltino mai parole di dolore per i morti nel Mediterraneo? Non c’è niente di italiano in questo cinismo, la si smetta di offendere gli italiani. Li si aiuti piuttosto ad affrontare le emergenze del nostro tempo (le migrazioni, l’Europa da riformare ma anche tanti altri problemi gravi dell’Italia) senza perdere la dignità, che un popolo conserva soltanto con l’esercizio dell’umanità.
Si riconosca che i nodi lasciati irrisolti dal Governo dopo dieci giorni di inutile propaganda sulla Diciotti (le navi della Guardia Costiera sono territorio italiano) alla fine sono stati risolti dalla Chiesa Cattolica, che ospiterà i rifugiati. Finisce spesso così. Perché dietro alla Chiesa c’è l’Italia che vede in ogni uomo e donna una persona, un fratello; mai una oggetto, mai un nemico. La vera Italia.

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