In merito alla vicenda dei migranti in navigazione sulla nave Aquariusrespinti da Malta e dall’Italia, come parroci, preti e diacono di Settimo ci sentiamo in coscienza di presentarealcune considerazioni alle nostre comunità parrocchiali e ai cittadini.
Riteniamo che la scelta del Ministro dell’Interno di rifiutare l’attracco ai porti italiani costituisca una graveviolazione della Convenzione Europea dei Diritti dell’uomo e della Convenzione di Ginevra sullo statusdei rifugiati. Il “braccio di ferro” diplomatico con le autorità di Malta e dell’UE ha messo a rischio la vita di centinaia di persone e il rispetto di basilari diritti della persona: ciò costituisce un precedente gravissimo nella storia europea.
Condividiamo la posizione dl Card. Francesco Montenegro, vescovo di Agrigento, che ha definito una “sconfitta della politica” la decisione di chiudere i porti, e ha aggiunto: “L’Europa deve prendere atto che nessuno può fermare i flussi, che sono epocali, e non è chiudendo porti e rimbalzandosi le responsabilità che si troverà una soluzione: dobbiamo prepararci a un mondo multietnico e a non chiudere porte e finestre”.
Condividiamo inoltre le significative parole del Presidente Sergio Mattarella: “Fate che il volto di questa Repubblica sia un volto umano” e ancora: “Quando l’Europa si farà e i popoli si riconosceranno nella pace e nella concordia, le frontiere saranno segni convenzionali e non diaframmi, e i singoli gruppi etnici potranno esprimere in piena libertà il proprio genio”.
Facciamo appello ai cristiani delle nostre parrocchie e associazioni, perché riprendano le parole di Gesù contenute nel discorso sul giudizio finale del Vangelo secondo Matteo (Mt 25): “Ero straniero e mi avete accolto”, e perché in forza della fede nel Cristo Risorto, Signore della vita, sappiano difendere, anchepubblicamente, il diritto alla vita. Siamo convinti che il Vangelo sia ancora oggi “segno di contraddizione”: è bastato “twittare” questa frase del Vangelo e il Card. Gianfranco Ravasi è stato sommerso di insulti e minacce!
Infine, invitiamo tutti –credenti e non- a non cadere in logiche di strumentalità politica o di propaganda elettorale, ma a considerare il valore di ogni singola persona: quei profughi sono persone!
I preti e il diacono di Settimo Torinese