Lettera di Ratzinger spegne le polemiche su Papa Francesco

Papa emerito – Benedetto XVI il 12 marzo ha scritto a mons. Dario Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione, in occasione della presentazione della collana di volumi sulla teologia di Francesco Leggi l’analisi di Roberto Repole

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Francesco e Benedetto XVI

C’è uno «stolto pregiudizio» su Papa Francesco. Nel quinto anniversario dell’elezione di Jorge Maria Bergoglio al soglio di Pietro (13 marzo 2013) scende in campo Benedetto XVI che cinque anni fa rinunciò al papato e da allora vive nell’ombra «nascosto al mondo». Il Papa emerito afferma la continuità tra i due papati. Lo fa in una lettera inviata il 12 marzo scorso a mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione, in occasione della presentazione della collana di volumi sulla teologia di Francesco: «Plaudo a questa iniziativa che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta».

Benedetto ringrazia per gli undici libri scritti da teologi di fama internazionale che compongono la collana «La teologia di Papa Francesco», pubblicata dalla Libreria editrice vaticana e curata dal torinese don Roberto Repole, docente alla Facoltà teologica di Torino e presidente dell’Associazione teologica italiana. Aggiunge Ratzinger: «I piccoli volumi mostrano che Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento».

Verso Pasqua. Il gesto di Benedetto ha un alto significato, subito colto dai media, giornali e televisioni di tutto il mondo, che hanno dato grande risalto alla notizia. Papa Bergoglio, andando oltre polemiche, intanto si preoccupa di preparare il popolo di Dio alla Settimana Santa e alla Pasqua: «Dio guarisce da droga e superstizioni – ha detto nei giorni scorsi durante una delle omelie feriali a Santa Marta – Ci è accanto nei momenti in cui ci sentiamo soli, quando siamo tentati di arrenderci alle difficoltà della vita, quando la situazione sembra disperata». L’inno alla misericordia di Dio permea questi cinque anni di pontificato: «Può capitare di essere presi dall’angoscia, dall’inquietudine, dalla paura della malattia e della morte. Questo spiega perché tante persone, cercando una via d’uscita, imboccano pericolose scorciatoie come la droga, le superstizioni, i  rovinosi rituali di magia».

Via Crucis dai giovani. Ma l’amore di Dio è più grande di quanto possiamo immaginare e «si estende oltre qualsiasi peccato», non ha limiti, è privo di confini, non conosce ostacoli. Con il peccato «ci allontaniamo da Dio, ma lui non si allontana da noi. Anzi la condizione di debolezza e di confusione è un motivo in più perché Dio ci rimanga vicino. Questa certezza deve sempre accompagnarci: qualunque cosa possiamo rimproverarci, Dio è più grande del nostro cuore». E, in sintonia con il Sinodo dei vescovi sui giovani (3-28 ottobre 2018), Papa Bergoglio ha affidato la preparazione dei testi per la Via Crucis del prossimo Venerdì Santo al Colosseo (30 marzo) a 15 giovani romani, coordinati dal prof. Andrea Monda, insegnante, scrittore e saggista. Dopo cardinali ed esponenti di altre confessioni cristiane, sacerdoti e suore, contemplative e preti di strada, per la prima volta tocca agli studenti di un liceo classico romano dove il prof. Monda insegna religione.

Sinodo per l’Amazzonia. «Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per una ecologia integrale» è il tema scelto da Francesco per l’assemblea speciale del Sinodo sulla Regione Panamazzonica che si svolgerà a Roma nell’ottobre 2019. Ha preannunciato la sua intenzione ai vescovi peruviani nel maggio 2017 e ha formalizzato l’annuncio all’Angelus del 15 ottobre 2017: «Accogliendo il desiderio di alcune Conferenze episcopali dell’America Latina, la voce di diversi pastori e fedeli di altre parti del mondo, ho deciso di convocare un Sinodo per la Regione Panamazzonica. Scopo principale è individuare nuove strade per l’evangelizzazione di quella porzione del popolo di Dio, specialmente degli indigeni, spesso dimenticati e senza la prospettiva di un avvenire sereno, anche a causa della crisi della foresta amazzonica, polmone di capitale importanza per il nostro Pianeta. Nel rispetto della bellezza del creato, tutti i popoli della terra lodino Dio, Signore dell’universo». All’evento sono interessate un centinaio tra diocesi, vicariati e prelature apostoliche perché l’Amazzonia copre quasi 8 milioni di chilometri quadrati in 9 Paesi (Brasile, Perù, Bolivia, Colombia, Ecuador, Venezuela, Suriname, Guyana, Guyana francese) nei quali vivono 34 milioni di persone, di cui 3 milioni di aborigeni di 390 popoli autoctoni e 137 popoli «isolati» che non entrano in contatto con gli altri popoli.

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