Repole Vescovo sul sagrato del Duomo di Torino

Sabato 7 maggio – Don Roberto Repole sarà ordinato Vescovo nel corso di una celebrazione all’aperto in piazza San Giovanni, sul sagrato del Duomo. Si terrà sabato 7 maggio alle 15 e coinciderà con l’insediamento dell’Arcivescovo Repole alla guida della Chiesa torinese. Per partecipare alla Messa sarà necessario prenotarsi sul sito diocesano

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Don Roberto Repole, Arcivescovo eletto di Torino e Susa - Foto Bussio

A poco più di un mese dall’annuncio al Santuario della Consolata della nomina a Vescovo di Torino di don Roberto Repole, si sta svolgendo il passaggio di consegne (lo scorso 15 marzo don Repole ha incontrato i Vescovi del Piemonte riuniti in assemblea a Villa Lascaris) e si sta definendo l’organizzazione dell’ordinazione episcopale fissata per sabato 7 maggio.

Un appuntamento atteso e che molte comunità e gruppi stanno accompagnando con la preghiera raccogliendo l’invito di don Repole espresso ad amici e conoscenti sin dal primo giorno della nomina, a sostenerlo così nel nuovo ministero.

Il programma prevede alle 15 l’accoglienza del nuovo Arcivescovo sul sagrato della Cattedrale, il saluto delle autorità cittadine e, a seguire, la celebrazione eucaristica. In occasione della celebrazione buona parte di piazza San Giovanni verrà chiusa al pubblico e l’ingresso sarà consentito solo agli invitati e prenotati, dietro esibizione di un pass nominale.

Per questo sul sito diocesano verranno resi disponibili, appena possibile, appositi moduli per la prenotazione sia dei fedeli sia del clero diocesano (oltre che per gli accrediti della stampa). I posti saranno assegnati fino a disponibilità di capienza prevista dal piano sicurezza. Si prevede comunque la possibilità di partecipare attraverso una diretta streaming sui consueti canali diocesani.

Le persone accreditate dovranno arrivare in piazza San Giovanni tra le 13 e le ore 14.30. È previsto un parcheggio ma riservato solo ad autobus turistici e autorità provenienti da fuori città, e l’accesso sarà vincolato all’esibizione di un permesso apposito rilasciato dall’organizzazione.

Don Roberto Repole

di Pier Giuseppe Accornero 

Don Roberto Repole, teologo torinese 55enne, è il nuovo arcivescovo di Torino, il 35° della serie dal 1515, quando la diocesi di Torino si staccò da Milano. Papa Francesco accoglie la rinuncia del metropolita e amministratore apostolico di Susa mons. Cesare Nosiglia e nomina arcivescovo di Torino e vescovo di Susa un membro del clero dell’arcidiocesi unendo «in persona episcopi» le due sedi. Sceglie un «esterno, outsider» dalla rosa dei nomi circolati in queste settimane. L’annuncio – ampiamente anticipato dai siti dei quotidiani – sabato 19 febbraio 2022 alle 12 su «L’Osservatore Romano» e dal santuario della Consolata, come avviene dal 1977, quando il cardinale Michele Pellegrino comunicò il successore Anastasio Alberto Ballestrero. A volere Repole sicuramente Nosiglia che lo ha inserito, a suo tempo, nella terna degli episcopabili passata a Roma tramite il nunzio.

«CHIESA IN USCITA E SINODALE» – Docente universitario, don Repole è direttore della Facoltà teologica, fautore della «Chiesa in uscita, missionaria e sinodale» perseguita da Francesco, che ha come priorità l’annuncio ai lontani. Un nome di alto profilo. Si occupa di pastorale universitaria; è presidente dell’Associazione Teologica italiana (2011-2019); membro del Consiglio direttivo dell’Agenzia della Santa Sede per la valutazione e promozione della qualità delle Università e Facoltà ecclesiastiche nel quinquennio 2016-2021.

Nato a Torino il 20 gennaio 1967 da famiglia residente a Givoletto – suo papà è stato assessore comunale a Druento – consegue la maturità classica al liceo Valsalice di Torino (1986), il baccalaureato in Teologia alla Facoltà di Torino (1992) – è la prima volta che un allievo diventa arcivescovo -; la licenza (1998) e il dottorato in Teologia sistematica (2001) alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. Ordinato sacerdote il 13 giugno 1992 dal cardinale Giovanni Saldarini: suo compagno di Messa è il salesiano Livio Demarie, portavoce dell’arcivescovo e direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi.

DOCENTE DI TEOLOGIA SISTEMATICA, in particolare Ecclesiologia e Ministeri ordinati, alla Facoltà, all’Istituto superiore di Scienze religiose, al biennio di specializzazione in Teologia morale speciale e nella sede centrale di Milano. Molto vicino alla riforma bergogliana incentrata sulla sinodalità: «Già nella Chiesa antica – scrive – coesistevano diversi modelli di ministero che si accompagnavano a una migliore sinodalità, che permetta di pensare al vescovo come principio di unità con e nel suo presbiterio». In questa luce l’azione ministeriale deve adottare «un radicale cambio di prospettiva. Per il presbitero è vitale chiedersi come sostenere una comunità che si pensi e si viva strutturalmente estroversa, in mondo scristianizzato, dove l’unica possibilità è che il Vangelo venga trasmesso da persona a persona e sia accolto con libera adesione. Ciò comporta una conversione nel percepire il ruolo dei preti, poiché la comunità cristiana esiste e vive anche là dove essi non possono fisicamente esserci». Nel Sinodo sulla sinodalità che Francesco presiederà nell’autunno 2023 il teologo torinese potrebbe giocare un ruolo cruciale.

PRODUZIONE STERMINATA – Il sito della Facoltà Teologica elenca 105 titoli repoliani dalla tesi per il dottorato «La Chiesa pienezza dell’uomo. Oltre la postmodernità: G. Marcel e H. de Lubac» all’intervista nell’aprile 2020, quando esplose la pandemia ed esortò ad «allenarsi alla solidarietà. In mesi tragici, mentre le Borse crollano, quelle delle nostre parrocchie si arricchiscono di offerte per i poveri».

Mononografie: «Seme del Regno. Introduzione alla Chiesa e al suo mistero», «Il gusto del pensiero», «L’umiltà della Chiesa», «Come stelle in terra. La Chiesa nell’epoca della secolarizzazione» (tradotto in francese), «Dono», «Gesù e i suoi discepoli. Educare con stile», «La vita cristiana», «Il sogno di una Chiesa evangelica. L’ecclesiologia di Papa Francesco» (tradotto in inglese, spagnolo, portoghese), «Il dono dell’annuncio. Ripensare la Chiesa e la sua missione».

Opere in collaborazione: «Il dolce stil novo di Papa Francesco», «Papa Francesco. Quale teologia?».

Contributi e saggi: «La Chiesa e le sue radici antropologiche», «Fedeltà a Dio, fedeltà alla terra», «Così parlò Nietzsche: Dio è morto?», «Chiesa e modernità secondo un teologo», «Chiesa, responsabile dell’umanità», «Quale Chiesa per l’uomo che abita la postmodernità?», «In ricordo di don Franco Ardusso» (con don Valter Danna, vicario generale), «Camminare insieme, nella Chiesa», «Cesare e Dio», «E il Verbo si fece carne», «Chiesa e democrazia», «Chiesa e comunione», «Pensiero umile e stile cristiano», «Verità e libertà», «Quale futuro per il Cristianesimo? Quale Cristianesimo per il futuro?», «L’identità abitata», «L’esperienza cristiana nel farsi dell’umano», «Quarant’anni di teologia in Italia», «Crisi del prete, appello per la Chiesa», «Chiesa, popolo di Dio nella forma del corpo di Cristo», «Il prete: un cristiano al servizio della Chiesa», «Di Dio e della storia», «L’uno e l’altro Testamento», «Il Vaticano II e l’ecclesiologia di comunione», «L’umiltà della Chiesa. Uno stile per la Chiesa di oggi», «I laici collaboratori dell’azione pastorale. La vicenda torinese», «Riforma della liturgia e immagine di Chiesa», «Il Concilio Vaticano II: le sue svolte e la loro attualità», «Istituzione e Chiesa», «Le categorie di universale e particolare nell’ecclesiologia del Vaticano II», «La Sindone nell’anno della fede», «Preti per una Chiesa in uscita», «La Sindone e il Sabato Santo», «Preti per la comunità cristiana», «Il Vangelo dell’umiltà di Dio», «Misericordia, via che unisce Dio e l’uomo», «Misericordiae vultus”», «Una Chiesa che si apre all’aurora», «Il Sinodo diocesano», «Spunti in vista di una riforma del Sinodo dei vescovi», «Una Chiesa per servire. L’attualità profetica di Pellegrino», «Il vescovo nel suo presbiterio. Ripensare la realtà del presbiterio», «“Amoris laetitia”. Per una lettura ecclesiologica», «Per noi uomini e per la nostra salvezza», «La verità del dogma», «Ripensare la Chiesa alla luce di “Evangelii gaudium”», «Quale sinodalità per quale Chiesa», «Sinodalità-collegialità», «Concezione ed evoluzione del concetto di missione», «La liturgia al centro della vita della Chiesa», «Il senso del diaconato permanente per la Chiesa», «Verso una teologia della sinodalità», «Forma e riforma della Chiesa in Papa Francesco», «Concezione ed evoluzione del concetto di missione», «Chiesa universale, Chiesa particolare, Chiesa locale», «Diaconato ed ecclesiologia», «L’esperienza del Covid-19 come possibilità per riflettere».

Voci di enciclopedie» – Chiesa» e «Cristianità» in Enciclopedia filosofica; «Cattolicità» in Dizionario di ecclesiologia; «Chiesa e dono» in Nuovo dizionario interdisciplinare.

Opere curate: «Franco Ardusso, La fede provata»; libri per l’Associazione Teologica italiana: «Il corpo alla prova dell’antropologia teologica»; «Eucaristia e logos annunciato»; «Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio (Luca 3,6)»; i «Commentari ai documenti del Vaticano II»: «Sacrosanctum Concilium. Inter mirifica, Lumen gentium, Orientalium Ecclesiarum, Unitatis redintegratio, Chistus Dominus, Optatam totius, Presbyterorum ordinis. Dei Verbum, Ad gentes, Nostra aetate, Dignitatis humanae, Perfectae caritatis, Apostolicam actuositatem, Gravissimum educationis, Gaudium et spes»; «Siamo sempre discepoli-missionari»; «Gridare il Vangelo con la vita».

REPOLE E I SUOI PREDECESSORI – Sono trascorsi 125 anni dall’ultimo torinese sulla cattedra di San Massimo: Agostino Richelmy (1897-1923), famiglia borghese, «chierico esterno», laureato in Teologia, sacerdote, a 35 anni vescovo di Ivrea e dal 1897 metropolita. Richelmy è arcivescovo di Torino a 47 anni; Giuseppe Gamba a 66 anni; Maurilio Fossati a 54; Michele Pellegrino a 62; Anastasio Alberto Ballestrero a 64; Giovanni Saldarini a 65; Poletto e Nosiglia a 66; Repole a 55. Non è mai stato parroco come i predecessori Richelmy, Fossati, Pellegrino (fu vicario generale di Fossano), Ballestrero (preposito generale dei Carmelitani), Nosiglia (direttore dell’Ufficio Catechistico nazionale). Sarà consacrato vescovo come lo fu Pellegrino a Fossano il 17 ottobre 1965. Secondo lo storico don Giuseppe Tuninetti, tre vescovi passano dalla docenza universitaria alla cattedra di San Massimo: Claudio di Seyssel (1517-1520), Michele Antonio Vibò (1690-1713) e Michele Pellegrino (1965-1977). Ora Repole.

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