Cinque anni di lavoro (2013-2018) e 139 riunioni in 25 sessioni; 25 decisioni normative già assunte da Papa Francesco. E ora la bozza della nuova costituzione apostolica sulla Curia Romana con il titolo provvisorio «Praedicate Evangelium», che sostituirà la «Pastor bonus» (1988) di Giovanni Paolo II, consegnata al Papa dal Consiglio dei Vaticanonove cardinali (C9) che rivendica le «non poche attuazioni» sulla base di tre principi: tradizione, aggiornamento, coordinamento. Il cardinale salesiano Oscar Rodriguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucicalpa, capitale dell’Honduras, è il coordinatore e mons. Marcello Semeraro, vescovo di Albano, è il segretario.
LA RIFORMA DELLA CURIA ROMANA CAMMINA – Il C9, riunito l’11-13 giugno 2018 (tornerà a riunirsi il 10-12 settembre), sottolinea che «seguendo un principio di gradualità, non poche attuazioni ci sono già». La bozza, «consegnata al Papa per le considerazioni che riterrà necessarie, opportune e utili, è un insieme di principi alla base della riforma», che fu insistentemente richiesta dai cardinali nelle riunioni preparatorie al Conclave del 2013, in seguito agli scandali che hanno tormentato la Curia, specie finanziari, e la Chiesa, specie l’orrendo crimine dell’abuso del clero sui minori.
I PROVVEDIMENTI GIÀ ATTUATI SONO 25 – Istituzione della Pontificia Commissione sull’Istituto per le opere di religione (24 giugno 2013); giurisdizione degli organi giudiziari vaticani in materia penale (11 luglio 2013); Pontificia Commissione sulla struttura economico-amministrativa (18 luglio 2013); Comitato di sicurezza finanziaria (8 agosto 2013); Autorità di informazione finanziaria (15 novembre 2013); Segreteria per l’economia, Consiglio per l’economia, Ufficio del revisore generale (24 febbraio 2014); Pontificia Commissione per la tutela dei minori (22 marzo 2014); trasferimento della sezione ordinaria dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica (Apsa) alla Segreteria per l’economia (8 luglio 2014); statuti dei nuovi organismi economici (22 febbraio 2015); Segreteria per la comunicazione (27 giugno 2015); riforma del processo canonico per le nullità matrimoniali (15 agosto 2015); motu proprio sulla negligenza dei vescovi per gli abusi sessuali su minori e adulti vulnerabili (4 giugno 2016); ridefinizione delle competenze di Segreteria per l’economia e Apsa; (4 luglio 2016); nascita del Dicastero per laici, famiglia e vita (15 agosto 2016); nascita del Dicastero per lo sviluppo umano integrale (17 agosto 2016); promulgazione dello statuto della Segreteria per la comunicazione (6 settembre 2016); approvazione dello statuto della Pontificia Accademia per la vita (18 ottobre 2016); approvazione della nuova fattispecie dell’offerta della vita per la beatificazione (11 luglio 2017); trasferimento al Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione delle competenze sui santuari (11 febbraio 2017); modifica del Diritto canonico per la traduzione dei libri liturgici (3 settembre 2017); istituzione del Pontificio Istituto teologico Giovanni Paolo II per il matrimonio e la famiglia (8 settembre 2017); istituzione della Terza sezione della Segreteria di Stato per diplomatici (21 novembre 2017); regolamentazione dell’età di rinuncia negli alti uffici di Curia (12 febbraio 2018); approvazione dello statuto del Dicastero per laici, famiglia e vita (10 aprile 2018).
LA MISSIONARI ETÀ È IL CRITERIO PRINCIPE – Questa lungua fila di provvedimenti confuta l’idea che la riforma abbia languito. I cardinali consiglieri ricordano che il criterio principe è indicato da Bergoglio nell’esortazione apostolica «Evangelii Gaudium» al numero 27: «Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché diventi un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo». I criteri sono tre: fedeltà alla storia in continuità con il passato e la tradizione; aggiornamento con la nascita della Segreteria per l’economia, del Consiglio per l’economia, della Segreteria per la comunicazione; coordinamento e semplificazione che ha portato all’accorpamento di diversi dicasteri. Sembra di capire che il C9 non scadrà.
IL PAPA HA DEPRECATO LE «MALATTIE CURIALI» – Nel discorso del 22 dicembre 2014 Bergoglio elenca le «15 malattie della Curia, un pericolo per ogni cristiano, comunità, parrocchia, movimento ecclesiale». 1) «Sentirsi immortale, immune, indispensabile trascurando i controlli ed è la malattia di chi si crede padrone e superiore». 2) Il «martalismo» (da Marta), l’eccessiva operosità di coloro che si immergono nel lavoro e trascurano «la parte migliore». 3) L’«impietrimento», possedere un cuore di pietra; perdere serenità, vivacità, audacia; nascondersi sotto le carte; diventare «macchine di pratiche e non uomini di Dio». 4) L’«eccessiva pianificazione che trasforma in un contabile o un commercialista». 5) Il «mal coordinamento come un’orchestra che produce chiasso perché le sue membra non collaborano». 6) L’«alzheimer spirituale di coloro che costruiscono intorno a sé muri e diventano schiavi degli idoli». 7) «La rivalità e la vanagloria quando l’apparenza, le vesti e le insegne diventano l’obiettivo». 8) La «schizofrenia esistenziale di coloro che vivono una doppia vita, e si limitano alle faccende burocratiche, perdendo il contatto con le persone». 9) «Chiacchiere, mormorazioni e pettegolezzi, malattia grave che inizia per fare due chiacchiere». 10) «Divinizzare i capi da parte dei cortigiani, vittime del carrierismo e dell’opportunismo, onorano le persone e non Dio». 11) «Indifferenza verso gli altri, quando ognuno pensa solo a sé». 12) «Faccia funerea, persone burbere e arcigne, che si dipingono il volto di malinconia e severità e trattano gli altri con rigidità, durezza, arroganza». 13) «Accumulare beni materiali, non per necessità ma per sentirsi al sicuro. Ma tutti i nostri tesori non potranno mai riempire il vuoto». 14) «I circoli chiusi che schiavizzano i membri diventando un cancro che minaccia l’armonia e causa tanto male specie ai fratelli più piccoli». 15) «Il profitto mondano e l’esibizionismi, quando si trasforma il servizio in potere, e il potere in merce per ottenere profitti mondani o più poteri».