Sei anni dopo il motu proprio «Mitis Iudex», pubblicato il 15 agosto 2015 e in vigore dal successivo 8 dicembre, con il quale aveva riformato il processo canonico per le cause di nullità matrimoniale rendendole più snelle e accessibili grazie a una maggiore responsabilità del vescovo, Papa Francesco torna sull’argomento e istituisce una commissione per verificare e aiutare l’applicazione della riforma in Italia, così da dare «nuovo impulso» a quelle norme. È quanto si legge in un altro motu proprio pubblicato il 26 novembre 2021 dal Pontefice che in passato aveva già sollecitato i vescovi italiani ad applicare la riforma.
La Commissione è istituita presso la Rota Romana con la partecipazione di un vescovo italiano: suo compito è «sostenere le Chiese nella ricezione della riforma». Ricorda che il vescovo ha ricevuto la potestà di giudicare e sottolinea nuovamente che «il ministero giudiziale del vescovo per natura sua postula la vicinanza tra il giudice e i fedeli, facendo sorgere un’aspettativa da parte dei fedeli» di rivolgersi al tribunale del vescovo «secondo il principio della prossimità».
Ricorda le norme emanate nel 2015; ribadisce che, sebbene sia consentito accedere ad altri tribunali, tale facoltà va considerata un’eccezione e ogni vescovo «che non ha ancora il proprio tribunale, deve cercare di erigerlo o adoperarsi affinché ciò diventi possibile»; sollecita la Conferenza episcopale «a distribuire equamente alle diocesi le risorse umane ed economiche per l’esercizio della potestà giudiziale: ciò sarà di stimolo e aiuto ai vescovi affinché mettano in pratica la riforma del processo matrimoniale». Questo riporta in primo piano il problema della riduzione del numero delle diocesi. Ripete quanto disse alla Cei nel maggio 2019: «La spinta riformatrice del processo matrimoniale canonico – caratterizzata dalla prossimità, celerità e gratuità delle procedure – passa necessariamente attraverso una conversione delle strutture e delle persone».
Proprio per favorire questa conversione il Papa costituisce presso il Tribunale della Rota Romana una «Commissione pontificia “ad inquirendum et adiuvandum” (per verificare e aiutare, ndr) tutte e singole le Chiese in Italia». La presiede il decano della Rota, Alejandro Arellano Cedillo; vi fanno parte i due giudici rotali Vito Angelo Todisco e Davide Salvatori, e il vescovo di Oria Vincenzo Pisanello. Compito della Commissione è «constatare e verificare la piena e immediata applicazione della riforma, nonché suggerire quanto si ritenga opportuno e necessario per sostenere e aiutare il proficuo prosieguo della riforma, di modo che le Chiese si mostrino madri generose, in una materia strettamente legata alla salvezza delle anime». Al termine la Commissione elaborerà una relazione sull’applicazione delle norme sulla nullità matrimoniale.