“Riscoprire la Chiesa Cattolica”, saggio di don Piano

Volume – Brevi saggi storico-teologici curati da don Lino Piano, cottolenghino, già padre generale della Piccola Casa dal 2011 al 2017: raccolta di articoli pubblicati su «Vita diocesana pinerolese», temi – scrive l’autore – «di vitale importanza per la vita della Chiesa che nel Concilio Vaticano II hanno trovato ulteriori approfondimenti»

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«Mi capita di incontrare persone che mi dicono: “Voi vescovi dovete dire in modo più fermo e deciso le varie verità. Dovete diventare i veri paladini della verità”. A loro parere siamo troppo teneri. Dovremmo mostrare più sicurezza, più certezze, più regole chiare. Solo in questo modo, con regole chiare e verità nette, risolleveremo la Chiesa e la società». Mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo e presidente della Commissione CEI per l’ecumenismo e il dialogo, scrive la prefazione al bello e utile libretto «Riscoprire la Chiesa cattolica. Brevi saggi storico-teologici» di don Lino Piano, storico e teologo piemontese, prete cottolenghino, superiore generale nel sessennio 2011-2017 della Piccola Casa della Divina Provvidenza.

Il suo libretto, poco più di 100 pagine, è stato inserito dall’editrice ElleDiCi nella collana «Credere oggi»: l’uno e l’altra sostanzialmente espongono e le «ragioni fondate» e non solo le «opinioni soggettive» della fede oggi. Ha un altro pregio: è la raccolta degli articoli di don Piano pubblicati sulla «Vita diocesana pinerolese», temi – scrive l’autore – «di vitale importanza per la vita della Chiesa che nel Concilio Vaticano II hanno trovato ulteriori approfondimenti e precisazioni». Pregio perché è passato già una volta al vaglio dell’opinione pubblica.

Gli esempi valgono più di ogni discorso. Il libretto si apre con «L’esistenza storica e la risurrezione di Gesù», messa in dubbio da pensatori come Voltaire, pseudonimo di François-Marie Arouet, che parlava di scarso valore documentale dei Vangeli; o come il tedesco Bruno Bauer, il primo che sostenne la non esistenza storica di Gesù e che i Vangeli sono un’invenzione letteraria. Con buona pace di questi autori, ci sono fior di storici, quasi contemporanei di Gesù Cristo, che ne assicurano l’esistenza storica, come Giuseppe Flavio. Scrive: «Ci fu verso questo tempo (il 30 d. C.) Gesù uomo sapiente. La sua condotta era buona ed era stimato per la sua virtù e attirò a sé molti giudei e anche molti greci». Ne parlano anche lo storico Tacito, il procuratore romano Plinio il giovane e poi i documenti cristiani: «L’esistenza storica di Cristo, indipendentemente dalla fede in lui, scaturisce dalla corretta applicazione del metodo storico quando si tratta di accertare un fatto, che ci fa concludere sulla verità della sua esistenza».

Un altro capitolo interessante è l’infallibilità del Papa, quando interviene «ex cathedra», sancita nel Concilio Vaticano I (1869-1970), ma già applicata l’8 dicembre 1854 quando Pio IX aveva definito il dogma dell’Immacolata – le apparizioni della Vergine a Bernardette Soubirous a Lourdes sono di quattro anni dopo, 1858 – e che verrà applicata ancora una volta il 1° novembre 1950 da Pio XII con il dogma dell’Assunzione di Maria.

Una terza dichiarazione dogmatica è stata solo sfiorata – ma si tratta di voci, senza conferme – da Giovanni Paolo II con la lettera apostolica «Ordinatio sacerdotalis» del 22 maggio 1994 il cui succo è la frase «La Chiesa non in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale». Don Piano ricorda che Wojtyla afferma questo «al fine di togliere ogni dubbio su una questione di grande  importanza che attiene alla stessa divina costituzione della Chiesa» e dichiara che «questa sentenza (dottrina) deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli» e quindi ha un carattere definitivo. Per la Chiesa si tratta non di essere femminista o no, all’altezza dei tempi o no, all’onor del mondo o no ma di seguire l’ordinamento e la volontà stabilito dal suo fondatore.

Perché terza dichiarazione dogmatica sfiorata? Perché allora, a metà degli anni Novanta, si disse – ma non ci sono prove e non ci furono dichiarazioni – che solo l’autorevolezza del cardinale prefetto della Congregazione per la dottrina della fede Joseph Ratzinger impedì a Giovanni Paolo II di proclamare la materia «ex cathedra».

Del resto – e anche qui la versione di don Piano è ineccepibile – nell’enciclica «Ut unum sint» del 25 maggio 1995 Giovanni Paolo II invita pastori e teologi a «trovare una forma di esercizio del primato papale che, pur non rinunciando in nessun modo all’essenziale della sua missione, si apra a una situazione nuova», specie in campo ecumenico, sia con il mondo ortodosso sia con quello riformato. Allora per il Papa si parla di «prerogative di diritto divino» e di «prerogative di diritto umano».

Conclude mons. Olivero: «L’autore, con molta lucidità, rilegge i testi e offre materiale utile per la riflessione su temi dibattuti quali il primato del Papa, il sacerdozio delle donne, l’infallibilità e il pluralismo teologico, il ruolo delle Chiese particolari. L’autore espone la problematica con molta chiarezza e offre con essenzialità le citazioni fondamentali».

Non è poco in una società in cui politici e giornalisti, docenti e maestri vari si ritengono in possesso della verità, fino a militare sotto le bandiere di un giornale che si autodefinisce «La verità».

Pier Giuseppe Accornero

  • Lino Piano, «Riscoprire la Chiesa cattolica. Brevi saggi storico teologici», ElleDiCi, Torino, 2021. 

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