Rogo Thyssenkrupp Torino, in carcere i manager tedeschi

Sentenza – Il Tribunale regionale superiore di Hamm, in Germania, martedì 4 febbraio, ha respinto il ricorso dei due manager di Thyssenkrupp, già condannati in Italia per la morte dei sette operai: ora dovranno scontare 5 anni di carcere in Germania

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Era la notizia che da 12 anni si aspettavano le famiglie dei sette operai torinesi addetti alla linea 5 che morirono atrocemente in seguito al rogo divampato nello stabilimento dell’acciaieria Thyssenkrupp di corso Regina Margherita a Torino.

Il Tribunale regionale superiore di Hamm, in Germania, martedì 4 febbraio, ha respinto il ricorso dei due manager di Thyssenkrupp, già condannati in Italia per la morte dei sette operai: ora dovranno scontare 5 anni di carcere in Germania. Lo rende noto il Tribunale del Nord Reno Westfalia.

In precedenza il Tribunale di Essen aveva dichiarato esecutive le pene italiane ma le aveva adeguate al diritto tedesco, che in questi casi prevede una detenzione di 5 anni il massimo della pena prevista dall’ordinamento locale per reati di questo genere. I due manager sono accusati di omicidio colposo e incendio doloso per negligenza: da tempo nello  lo stabilimento di corso Regina, come denunciavano i sindacati e gli stessi operai, non si faceva più la manutenzione nelle linee e i dispositivi di sicurezza non venivano più controllati: era intenzione dei vertici tedeschi di dismettere l’impianto per la torinese non veniva.

«Torino aspettava da tempo questa notizia» ha commentato subito il sindaco a sindaca Chiara Appendino che ha rinnovato la sua vicinanza alle famiglie». Le vittime del rogo furono:  Antonio Schiavone (il primo a morire) Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo, Bruno Santino (spirati lentamente dal 7 al 30 dicembre del 2007 per le gravissime ustioni riportate).

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