“Salviamo la Periferia Nord”

Intervista – Il nuovo presidente della Circoscrizione 6, Valerio Lomanto, elenca le priorità di intervento per il rilancio dei quartieri popolari dove fra i cittadini è alto il senso di abbandono, oltre al degrado e alla criminalità che cresce

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L'area dell'ex fabbrica Gondrand in via Cigna a Torino

I parroci di Barriera di Milano prima delle elezioni amministrative avevano lanciato a La Voce e il Tempo un forte grido di allarme sul degrado, la criminalità che cresce e il grande senso di abbandono in cui versa tutta la periferia nord di Torino. Abbiamo chiesto al nuovo presidente della Circoscrizione 6 (Barriera di Milano, Regio Parco, Barca, Bertolla, Falchera, Rebaudengo e Villaretto) Valerio Lomanto, 28 anni, del centro-destra (Fratelli d’Italia) quali sono le priorità del proprio mandato per il rilancio dei quartieri popolari.

Valerio Lomanto, presidente Circoscrizione 6

La situazione descritta dalle parrocchie di Barriera è allarmante: un quartiere divenuto terra di nessuno con spaccio di droga a cielo aperto in pieno giorno, risse frequenti fra bande, disordini e tensioni. Quali interventi per un cambio di rotta?

La fotografia dei parroci rispecchia in pieno la realtà. In primo luogo è opportuna una gestione differente del servizio di polizia municipale: si deve tornare al poliziotto di quartiere non solo per contrastare lo spaccio e la delinquenza, ma anche per ridare un senso di sicurezza ai cittadini che si sentono abbandonati. In secondo luogo, anche se inizialmente non ritenevo potesse essere una soluzione, penso sia utile un progetto strutturale di telecamere nella zona: è vero che nel momento in cui vengono installate telecamere in un punto gli spacciatori si spostano in un altro ma un piano  organico su questo punto può certamente portare beneficio al quartiere. Infine la strada virtuosa è certamente quella di valorizzare e sostenere l’impegno delle parrocchie e delle associazioni nei quartieri che però deve trovare nuova linfa grazie ad un supporto più incisivo da parte delle istituzioni: è necessario offrire un’alternativa alle persone nel disagio e che intraprendono attività illegali, attraverso processi virtuosi che contribuiscano a creare la comunità.

Le Circoscrizioni della periferia Nord, la 5 e la 6, sono le uniche amministrate dal centro-destra con la nuova Giunta comunale di centro-sinistra guidata dal neo sindaco Stefano Lo Russo. Che rapporto costruirete con l’amministrazione cittadina?

Da parte nostra ci sarà piena apertura e collaborazione con l’amministrazione comunale guidata da Lo Russo per il bene del territorio. Certo ci auguriamo che anche dall’altra parte si apra da subito un dialogo costruttivo perché ci sono risposte che vanno date nell’immediato.

Anche la Regione Piemonte sarà per noi un interlocutore serio ed affidabile. Dunque, se sarà necessario, sottoporremo le questioni più gravi anche alla Regione, e nello specifico all’assessorato alle politiche sociali, per cercare di fare un lavoro di sintesi e arrivare a dei risultati.

L’affluenza elettorale al ballottaggio del 17-18 ottobre ha raggiunto i minimi storici a Torino, la partecipazione più bassa è stata registrata nella periferia nord. Anche al primo turno l’affluenza era stata molto bassa. Come pensa di riconquistare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni?

Nella campagna elettorale ho girato molto per tutti i quartieri della Circoscrizione 6: i cittadini mi dicevano di essere stati abbandonati negli ultimi anni, solo promesse e progetti dall’altro senza partecipazione concreta.

Bisogna far capire che è l’istituzione che deve andare dal cittadino e non il contrario perché altrimenti si perde il contatto con le persone, uno dei fattori che porta all’astensionismo. Una delle nostre sfide, che certamente riguarda tutti, è quindi quella di favorire al massimo la partecipazione dei cittadini mettendo in moto un’inversione di marcia, altrimenti fra 5 anni il dato sull’affluenza sarà ancora più drammatico.

L’occupazione e gli sgomberi dell’ex stabilimento Gondrand in via Cigna, a cavallo fra le Circoscrizioni 5 e 6, resta il simbolo di una situazione che si strascina da tempo lasciata senza soluzione. Imponente la mobilitazione della parrocchia Maria Speranza Nostra (via Chatillon) dove la famiglie hanno spalancato le porte per accogliere i giovani nel disagio e accompagnarli verso l’autonomia. Come vede la vicenda e quali soluzioni prospetta?

Nei nostri quartieri ci sono dei «non luoghi» che si trasformano in fonte di problemi perché lasciati all’abbandono, come «terra di nessuno».

La riqualificazione dell’ex Gondrand era fra i punti della campagna elettorale di Chiara Appendino. In cinque anni in quella zona non è stato fatto nulla fino all’emergere di una situazione allarmante che si protrae da parecchio tempo. Sono d’accordo anche io con le parrocchie e le associazioni che sgomberare continuamente non sia la soluzione. In primo luogo è necessario riappropriarsi degli spazi coinvolgendo sui progetti di riqualificazione le persone che vivono in quel quartiere, non con piani decisi dall’alto: l’obiettivo è restituire questi luoghi alla comunità perché siano abitati. Quindi nell’area dell’ex Gondrand non vorrei un altro supermercato che rappresenta un altro non luogo. Dobbiamo trovare soluzioni alternative, come un centro polifunzionale, per i servizi o per l’università.

I cittadini lamentano anche il dirottamento di servizi essenziali come l’anagrafe di quartiere. Come intende procedere su questo punto?

Quello dei servizi è uno dei nodi primari che la nuova amministrazione comunale dovrà affrontare perché in periferia i cittadini pagano le tasse per non avere servizi. Come accennava negli ultimi anni sono sparite le anagrafi di Falchera e di via Leoncavallo, sostituite, nel caso di Falchera, da una progetto di «anagrafe itinerante» assolutamente fallimentare. Alla base c’è il problema della mancanza di personale: è un punto che negli ultimi 5 anni, per far quadrare i bilanci, è stato lasciato senza soluzione. Nella sede della Circoscrizione 6, in via San Benigno, al momento ci sono 20 persone che lavorano per 50 con pensionamenti in vista. Di questo passo finirò il mandato senza più personale. Per non parlare degli impianti sportivi che devono essere dati in autogestione. È quindi urgente procedere a nuove assunzioni.

I cittadini di Barca e Bertolla un anno fa avevano provocatoriamente lanciato una petizione per staccarsi da Torino e unirsi a San Mauro in quanto si sentivano abbandonati. Situazione analoga si riscontra al Villaretto. Come ricucire anche queste porzioni di città che si sentono lasciate ai margini?

Girando per questi quartiere confermo che sembrano zone staccate da Torino e abbandonate a se stesse, a cominciare dalle piccole cose come le buche sulle strade che diventano un cratere, le feste di via soppresse, il commercio di vicinato che muore. Ci sono anche notizie positive, finalmente dovrebbe ripartire il poliambulatorio di via Anglesio, nell’area verde delle Vele sono in corso i lavori, e monitoreremo non si fermino. Il problema è lo stato di abbandono in cui si sente il cittadino, quindi dobbiamo andare a dare risposte, dobbiamo farci vedere, essere presenti, ascoltare e poi intervenire, sia noi come Circoscrizione che l’amministrazione comunale.

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