
«Il suono delle campane mi fa pensare al suono del Signore»; «Mi piace sentire le campane quando sono a scuola, mi rilassano»; «Il campanile mi dice che Gesù è presente»; «In questo borgo così irrequieto lo squillo delle campane entrando nelle nostre case porterà pace e serenità»; «Il campanile mi fa ricordare quando ero con la mia bisnonna che ora è in cielo»; «Il suono delle campane risveglia il quartiere e mi ricorderà domenica di svegliarmi presto per poi andare a Messa»; «Io voglio dire ‘grazie’ al nostro caro don Andrea per la costruzione del campanile che ingentilisce questo borgo grigio». Sono i pensieri di Silvia, Vittorio, Alessandro, Dennis, Yuri, Jacopo, Annalisa, Rebecca, Fabio: sono i bambini della catechesi invitati dalle loro catechiste a esprimere in un bigliettino cosa significa il nuovo campanile della loro parrocchia intitolata a San Vicenzo De’ Paoli, in via Sospello 124, nel cuore di Madonna di Campagna e Borgo Vittoria, nella zona più recente del quartiere, sorta tra gli anni ‘70-’80 del secolo scorso. Alla parrocchia, incastonata tra i palazzi, mancava il campanile e il parroco don Andrea Cena, dal 2005 alla guida della comunità, è riuscito a realizzare un progetto nato da lontano ma che altre priorità – soprattutto l’oratorio con i campi da calcio, pallavolo, minigolf che qui attira centinaia di ragazzi della zona tutto l’anno e durante l’estate – ne hanno procrastinato la costruzione. Poi, con il contributo dei parrocchiani con lotterie, banchi di beneficienza, iniziative di autofinanziamento e utilizzando gli incentivi per il fotovoltaico (la parrocchia ha convertito tutti gli impianti in energia pulita) si è riusciti a far fronte al mutuo per la costruzione del campanile, inaugurato dall’Arcivescovo nella concelebrazione con i parroci dell’Unità pastorale 13, in occasione della festa liturgica di San Vincenzo de’ Paoli, venerdì 27 settembre, nei giorni in cui la comunità celebra la patronale. «È stato un momento di famiglia molto sentito» spiega don Andrea «c’eravamo davvero tutti, bambini, giovani, famiglie anziani. Mons. Nosiglia ha dialogato con tutti, ci ha richiamato al significato del campanile segno di speranza per chi vive in questo territorio e punto di riferimento per chi fa fatica, ricordandoci che la nostra parrocchia porta il nome di un gigante della carità come san Vincenzo de’ Paoli e invitandoci a fare attenzione a chi è in difficoltà, a chi è solo, a chi ha bisogno di consolazione».
Don Andrea sottolinea come la parrocchia con i gruppi giovanili, la catechesi, i volontari della San Vincenzo, l’attenzione alle famiglie vuole essere una comunità dove far incontrare le persone facendole sentire a casa in un luogo accogliente. E il campanile, (progettato dall’architetto Alfredo Balma Tivola in cemento non intonacato, un materiale povero che richiama l’edilizia moderna del quartiere) elevandosi con linearità asimmetrica verso l’alto come un triangolo che evoca la Trinità «ha come obiettivo quello di ricordarci che siamo tutti figli di Dio, di richiamarci alle radici della nostra fede» dice don Cena. «E sono proprio i bambini con i loro disegni e pensieri i più entusiasti del campanile. Non sono mancate le critiche, qualcuno mi ha detto che si potevano investire i soldi del campanile per i poveri o per altre opere parrocchiali. Ma le parole delle maestre delle scuole vicine che mi hanno riferito che gli alunni alzano lo sguardo al suono delle campane, dei giovani e di tanti anziani che non possono venire in chiesa che, quando sentono i rintocchi si fermano a pregare e poi del Vescovo che ci ha ricordato che il campanile nella storia è sempre stato un segno di identità dei cristiani, mi hanno convinto che quest’opera completa la nostra comunità e il suo ruolo di rendere presente Gesù in mezzo a noi. Le campane che suonano l’Angelus e l’ora delle nostre celebrazioni ci ricordano che il tempo non è nostro ma è di Dio e che le nostre giornate non sono sprecate se collaboriamo al suo progetto»