Basta guerre, facciamo la pace». «Umani senza confini: noi scegliamo di accogliere». Due slogan, lanciati da due piazze d’Italia lo scorso fine settimana, idealmente legate perché ispirate da Torino, terra di santi sociali. I giovani del Sermig, guidati dal fondatore Ernesto Olivero, partiti dall’Arsenale di piazza Borgo Dora e da tutt’Italia, si sono ritrovati in più di 15 mila a Bergamo, sabato 11 maggio, per la sesta edizione dell’«Appuntamento dei Giovani della Pace». Domenica 12, a Torino, più di mille rover le scolte dei gruppi Agesci cittadini (scout dai 17 ai 21 anni) con i loro capi hanno sfilato nel centro città per manifestare contro le politiche di respingimento degli immigrati in fuga dalle guerre, dalle persecuzioni e dalla fame. Da due piazze, migliaia di giovani credenti, gli adulti di domani, che chiedono di poter dire la loro sul mondo in cui vogliono vivere: accogliente, che metta al centro la persona indipendentemente dal colore e dalla provenienza, un mondo che bandisca la guerra. A Bergamo, terra di Papa Giovanni, la preghiera, la «marcia di Felicizia» con i bambini e la manifestazione dove, oltre a Ernesto Olivero, sul palco si sono alternati testimoni, rappresentanti delle istituzioni e della società civile che hanno dialogato con i giovani sui temi del disarmo e delle cause dei conflitti nel mondo. «Ci preoccupa» ha detto Ernesto Olivero interpellato sul senso della mobilitazione di Bergamo che ha coinvolto oltre 200 volontari del Sermig «il rischio di chiusura, l’indifferenza che dilaga tra tanti, l’incapacità di sentirsi partecipi dei problemi di chi ci vive accanto: noi siamo il paese di san Francesco, di grandi santi, artisti, uomini di pensiero: dobbiamo ripartire da lì, essere degni di questa eredità».
Sulla stessa lunghezza d’onda gli scout torinesi che, in collaborazione con le Acli cittadine e coinvolgendo tanti torinesi, hanno marciato da piazza Arbarello (tra le camice azzurre degli scout dell’Agesci anche quelle verdi del Cngei, gli scout laici) a piazza Solferino. Qui sono stati allestiti numerosi stand delle associazioni che nel nostro territorio accolgono le persone migranti (tra cui Cooperativa Biosfera, Agesci zona Novara, Associazione Tampep Onlus, Rainbow for Africa, Medici Senza Frontiere, Casa di accoglienza dell’associazione Trame e Asai) i giovani sono stati invitati, in collaborazione con La Voce e il Tempo, a riflettere sulle conseguenze dell’applicazione del Decreto sicurezza aiutati da Maurizio Veglio, avvocato dell’Asgi (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione), sulle drammatiche condizioni in cui le persone migranti approdano sulle nostre coste e sulle modalità di accoglienza della diocesi di Torino con don Fredo Olivero e Sergio Durando, direttore della Pastorale Migranti.
Un pomeriggio voluto dagli stessi ragazzi preoccupati per il clima che non favorisce l’integrazione e in sintonia con il recente documento approvato dal Consiglio generale dell’Agesci «La scelta di accogliere» (www.agesci.it).
Torino e Bergamo: due piazze piene di giovani che chiedono un futuro di pace e di accoglienza e rispondono così al monito di papa Francesco: «Ragazzi non fatevi rubare la speranza».