«La Madonna iniziò il pellegrinaggio il 27 maggio partendo dal santuario della Consolata, accompagnata dal cardinale arcivescovo Maurilio Fossati. La precedevano verso Settimo, prima meta, un folto gruppo di ciclisti costituito da giovani preti e da giovani dell’Azione Cattolica. L’accoglienza fu corale».
Così lo storico della Chiesa torinese don Giuseppe Tuninetti racconta nel suo pregevole libro «Madonna Pellegrina 1946-1951. Frammenti di cronaca e di storia» (Effatà, 2006). Settant’anni fa quel 27 maggio 1948 era un giovedì. Il settimanale diocesano «La Voce del Popolo» scrisse: «La Madonna fu accolta ai confini da tutti i settimesi». Settimo era un Comune governato dai socialcomunisti. Il parroco di San Pietro chiese al presidente della Società operaia di potersi rivolgere alla popolazione settimese dal balcone della Società: «Ma rifiutò perché l’iniziativa religiosa avrebbe recato “un po‘ di disturbo”».
Questo era il clima. Il «Grand retour» fu il pellegrinaggio mariano francese del 1938-46: quattro statue di Nôtre-Dame di Boulogne percorrono 100 mila chilometri nei paesi e città della Francia, il più grande evento della vita religiosa Oltralpe. Dopo la guerra l’Italia imita l’iniziativa con la «Peregrinatio mariae»: Udine (1946-49), Milano (1947-1949), Catania, Napoli, Bologna, Firenze, Lucania-Basilicata, Sardegna, Puglia. In Piemonte: Casale Monferrato (15 novembre 1947-8 agosto 1948), Vercelli (gennaio 1948-settembre 1949), Fossano (28 febbraio-9 maggio 1948), Alessandria (7 marzo-23 maggio 1948), Asti (19 marzo 1948-24 aprile 1949), Aosta (27 marzo-23 maggio 1948), Novara (6 maggio 1948-11 giugno 1950), Susa (Pasqua-27 giugno 1948), Alba (aprile 1948-novembre 1949), Ivrea (1° luglio 1948-5 giugno 1949), Cuneo (25 luglio -12 settembre 1948), Mondovì (27 febbraio-8 settembre 1949), Biella (5 marzo-24 luglio 1949), Saluzzo (19 marzo-31 luglio 1949), Pinerolo (4 giugno-4 settembre 1949), Acqui Terme (24 marzo- 21 ottobre 1951), Torino (27 maggio 1948-29 ottobre-1950).
Quindi Torino vive la spettacolare esperienza dopo le elezioni politiche del 18 aprile 1948 e non prima «per ragioni elettorali», come si intestardiscono a dire i comunisti, allora e oggi. Inattesa la partecipazione popolare attorno alla statua. Spiega Tuninetti: «Torino non fu tra le prime diocesi piemontesi a fare la “Peregrinatio”. Fossati era persona di profonde convinzioni ma era sobrio negli entusiasmi; attento a evitare il più possibile, come aveva fatto nel ventennio fascista, confusioni tra religione, Chiesa e politica. Evitò la “Peregrinatio” nei mesi immediatamente precedenti il 18 aprile, per i possibili inquinamenti politici e le strumentalizzazioni, pro e contro, dell’evento che doveva essere soltanto religioso».
Di «Peregrinatio» si parla al del III Congresso mariano diocesano ( 7-11 maggio 1947). A Torino si erano tenuti il Congresso eucaristico nazionale (1894), il primo Congresso mariano nazionale (1898) nella nuova chiesa-santuario Sacro Cuore di Maria, il primo congresso mariano diocesano (1931).A conclusione del III congresso mariano (domenica 11 maggio 1947) si svolge una solennissima processione con il quadro della Consolata per quattro ore con 200 mila torinesi e si conclude in piazza Vittorio con la consacrazione della diocesi alla Madonna.
Il 15 marzo 1948 Fossati annuncia: «La Peregrinatio Mariae deve svolgersi con alta spiritualità, niente fasto, bande o altro che possa essere mezzo di dissipazione, ma preghiera e penitenza. Troppo si è disgustato il cuore di Maria con una vita di peccato, leggerezza, insofferenza dei freni morali, cupidigia dei beni materiali trascurando e calpestando gli interessi dell’anima. Bisogna riparare a questa apostasia da Dio e dalla sua legge. Parroci, sacerdoti e religiosi si diano una mano. L’esperienza insegna che quando la statua della Madonna arriva in paese si verifica un fatto singolare: anche gli indifferenti accorrono per curiosità, seguono la processione e sono attratti a entrare in chiesa».
La «Peregrinatio» si svolge come sviluppo della consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria compiuta da Pio XII il 31 ottobre 1942. Nel 1898 il I Congresso mariano nazionale di Torino aveva fatto voto di consacrare l’Italia al Cuore Immacolato di Maria: viene attuato il 13 settembre 1959 al 16° Congresso eucaristico nazionale di Catania.
La Madonna Pellegrina è la statua della Consolata fatta scolpire dal rettore mons. Gabriele Baravalle a Ortisei in Val Gardena. Per accompagnare la Madonna si mettono a disposizione parecchi sacerdoti e religiosi. Tra i preti diocesani molto attivi sono: Riccardo Bianco-Crista, Esterino Bosco, Ludovico Ellena, Vittorio Ferrero, Tommaso Gallo, Giovanni Lardone, Domenico Paglia, Giovanni Pignata, Giuseppe Ruata, Ugo Saroglia, Vincenzo Serra, Isidoro Tonus, Alessio Vota e Angelo Rivetti di Susa. Tra i sacerdoti religiosi padre Alessandro (cappuccino), Angelo Aramu (gesuita), Ruggero Cipolla (francescano, cappellano delle «Nuove»), Enrico di Rovasenda (domenicano), padre Guido (cappuccino), Giuseppe Pollarolo (orionino), Filippo Robotti (domenicano)
Il pellegrinaggio è raccontato da «La Voce del Popolo» che – annota Tuninetti – «diversamente da altri settimanali diocesani piemontesi, riserva all’evento un basso profilo: servizi sobri, non in prima ma in seconda pagina, due o tre colonne. “Trionfo” e “trionfale” sono per tre anni il filo conducente delle cronache. La diocesi non si identificò nella “Peregrinatio”, che ebbe un suo percorso. Continuarono le altre attività: la visita pastorale dell’arcivescovo, la celebrazione di Congressi eucaristici vicariali e diocesani, le conferenze di padre Riccardo Lombardi».
Perché l’iniziativa ebbe un successo così travolgente? Quelli erano tempi di fede gagliarda, in cui la gente non si vergognava di pregare, andare a Messa la domenica e confessarsi. Inoltre erano state tante e drammatiche le traversie – dittatura fascista, guerra, stragi, fame, bombardamenti – che la gente aveva bisogno di consolazione e pace.