Settimana Unità dei Cristiani, la Veglia di chiusura con i giovani

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Quest’anno è toccato ai giovani animare l’incontro conclusivo della Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani che si è tenuto giovedì 25 gennaio in Cattedrale: una serata di preghiera e confronto per mettere in comune i doni e i carismi di ciascuna confessione: nelle prime fila i giovani ortodossi, cattolici e delle chiese evangeliche, insieme ad una nutrita assemblea.

Presenti don Andrea Pacini, presidente della Commissione diocesana per l’ecumenismo, padre Giorgio Vasilescu, parroco ortodosso romeno, la pastora valdese Maria Bonafede, la predicatrice Eugenia Ferreri e padre Francesco Mosca della Chiesa avventista di Torino.

Ad animare la veglia i gruppi ecumenici dei giovani cattolici, delle chiese evangeliche e ortodossi che durante tutto l’anno, coordinati da don Roberto Populin, si ritrovano per appuntamenti di preghiera, dialogo e conoscenza reciproca, il Coro del Sermig, i seminaristi del Seminario Maggiore di Torino, i ragazzi e gli studenti della Pastorale giovanile e universitaria della diocesi.

«Potente è la tua mano Signore» (Esodo 15,6), il tema dell’incontro, animato dai gruppi ecumenici giovanili attorno alla traccia del sussidio preparato dalle Chiese dei Caraibi per la Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani 2018.

Nella navata centrale ecco che i giovani hanno trascinato le catene di diverse forme di schiavitù che opprimono l’umanità, le tante ferite aperte di oggi: guerre, persecuzioni, violenza, prostituzione, dipendenze.

Nello stesso tempo è stata portata la testimonianza dei tanti che ogni giorno sono impegnati a tutto campo a spezzare queste catene.

Come la storia di Kinda, donna siriana di 37 anni scappata, con i figli di 3 e 6 anni, dalla guerra e dalla misera che avevano spezzato tutta la sua vita. L’accoglienza in Italia grazie ai corridoi umanitari promossi dalla Comunità di Sant’Egidio hanno ridonato vita, speranza e un futuro alla sua famiglia.

«Ed ecco l’’arma’ quotidiana della fede», come hanno sottolineato i giovani nel commentare il brano dell’Esodo (15, 1-21), «che deve essere raccontata e trasmessa». I giovani hanno, dunque, chiesto il dono dell’unità.

Ed ecco allora che le catene che imprigionavano e dividevano il Duomo si sono trasformate in una danza di gioia e di festa grazie allo spettacolo a cura delle ballerine della scuola di danza torinese «Artmedia Danza».

La veglia è stata anche occasione di solidarietà e fraternità. Le offerte raccolte sono, infatti, state devolute all’associazione internazionale «Compassion» che opera nelle periferie delle grandi città di Haiti e della Repubblica Domenicana con progetti a supporto di mamme sole con bambini nel sostegno educativo, dell’alimentazione e della prevenzione sanitaria (per informazioni: www.compassion.it).

Infine i giovani del gruppo ecumenico «Torino Incontra Taizè» hanno annunciato il raduno della Comunità di Taizè il prossimo 21 aprile a Torino per una giornata di riflessione, fraternità  e condivisione sul tema «Servire nella gioia» che culminerà alle 21 con la preghiera ecumenica in Cattedrale.

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