Si apre la Scuola di Politica

Torino – Si apre sabato 8 ottobre alle 9 in via XX Settembre 83 la nuova Scuola di formazione socio-politica della diocesi. L’incontro inaugurale è aperto a tutti gli interessati, per presentare le linee e i programmi di un’iniziativa che intende rilanciare i fondamenti etici e il metodo dell’impegno politico per il bene comune

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Si apre sabato 8 ottobre alle 9 in via XX Settembre 83 la nuova Scuola di formazione socio-politica della Diocesi di Torino: «Scuola di POP – la politica che serve». L’incontro inaugurale è aperto a tutti gli interessati, per presentare le linee e i programmi di un’iniziativa che intende rilanciare i fondamenti etici e il metodo dell’impegno politico per il bene comune.

Notevole lo sforzo messo in campo dalla Pastorale Sociale e del Lavoro nell’ambito del progetto Piccole Officine Politiche. Fino al prossimo mese di giugno sono previsti incontri mensili divisi in tre aree tematiche: la dimensione cristiana dell’impegno politico; il contesto delle istituzioni democratiche; gli strumenti dell’amministrazione pubblica nella vita quotidiana delle persone e della comunità.

Molti e di rilievo i relatori, dalla costituzionalista Anna Maria Poggi al sociologo Roberto Santoro, allo storico Paolo Soddu, il teologo Paolo Mirabella, il monaco Luciano Manicardi, per citarne solo alcuni. Il programma completo del percorso formativo è pubblicato sul sito www.piccoleofficinepolitiche.it

L’iscrizione all’interno percorso di formazione costa 180 euro, ma è possibile iscriversi solo agli incontri dell’area tematica n.1 (90 euro, sede in via XX Settembre 83), oppure a quelli dell’area n. 1 e n. 2 (150 euro, sede in viale Thovez 45), oppure a quelli dell’area n. 1 e n. 3 (120 euro, sede in corso Palestro 14).

«La Scuola di POP – spiega Alessandro Svaluto Ferro, direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale Sociale e del Lavoro – si rivolge a tutti coloro che sono lontani dalla politica, ma interessati a impegnarsi per l’edificazione del bene comune. In particolar modo, la comunità cristiana viene chiamata a rivalutare l’impegno del credente nella società, immaginando che esso non sia qualcosa di altro rispetto alla fede e al cammino pastorale della stessa comunità. E s’intende ripartire proprio dalla dimensione educativa nell’ottica della comunità. Scuola di POP infatti non vuole essere una semplice rassegna di incontri formativi e di conferenze con prestigiosi relatori, ma un luogo dove confrontarsi, discutere e apprendere insieme ad altri la bellezza dell’impegno politico, la sua grande tensione valoriale all’interno della complessità che abita le nostre società. Per tale ragione all’interno del percorso sarà dato ampio spazio al dialogo tra e con i partecipanti, alla possibilità di elaborare progetti politici, al confronto con la Parola di Dio e allo studio personale».

All’inaugurazione della Scuola sabato 8 dalle 9 alle 12 partecipano l’Arcivescovo mons. Roberto Repole, il sindaco Stefano Lo Russo e Giampiero Leo della Fondazione Crt. È previsto un intervengo di Marta Margotti (Università degli Studi di Torino) e un momento di riflessione biblica a cura di Laura Verrani, teologa. Svaluto Ferro presenta il programma di questo primo anno della Scuola.

«La politica è una cosa seria e impegnativa – osserva lo stesso Svaluto Ferro – perché è un’attività dedicata agli altri ed è rivolta alla costruzione di una comunità in cui tutti possono trovare il proprio spazio. E per svolgere questo servizio serve prepararsi e avere dei luoghi di riferimento. Scuola di POP vuole ridurre distanze e diffidenze verso un’arte nobile che troppo spesso, in questi ultimi decenni, è stata martoriata da visioni riduttive che ne hanno fatto perdere il senso e il gusto profondo. Le grandi sfide che ci attendono nel prossimo futuro (la transizione ecologica, la giustizia sociale, la necessità di costruire un paradigma fondato sullo sviluppo sostenibile) sono talmente ardue che serve preparare persone in grado di mettere in gioco passione, valori e competenza, nella convinzione che impegnarsi politicamente è l’unico modo per costruire ancora dei grandi e concreti sogni collettivi».

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