Sorpresa a Bra, il Papa telefona a don Gilberto

Parla don Garrone – La scorsa settimana Papa Francesco ha telefonato a don Gilberto, parroco a Bra; si è rallegrato per la Cittadella della Carità: mensa, centro d’ascolto, emporio solidale, doposcuola, alloggi per ragazze madri. Un colloquio affettuoso, di quelli che segnano la vita

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Don Gilberto, che sorpresa!! «Sì, una bella sorpresa, calda, inaspettata. Essere chiamati da Papa Francesco è stata un’esperienza bellissima e coinvolgente. Ci ha detto di andare avanti nelle scelte fatte dall’unità pastorale con  il comune, i servizi sociali, le associazioni, i volontari».

Don Gilberto Garrone

Evidentemente è stato colpito dalla «Cittadella della carità». «Credo di sì. Era con Carlin Petrini che gli avrà raccontato ciò che insieme tutti stiamo costruendo. Da lì è nata la voglia di parlarci di persona». Ha chiesto a Petrini di chiamare Bra con il suo cellulare. Detto, fatto. «Un messaggio forte di impegno. L’ho sentito molto, molto paterno, attentissimo alle realtà che, come la nostra, operano nel sociale, accanto ai più deboli, ai più fragili».

Eh sì, è nei cortili della parrocchia di San Giovanni, a Bra, città dove è nato San Giuseppe Benedetto Cottolengo che è risuonata la telefonata di Francesco. Così improvvisamente. Aveva accanto il laeder di Slow Food e ha raccolto l’ultimo fiore della fantasia della misericordia, la cittadella della carità.

Un centro d’ascolto per cogliere il disagio, il social market per chi non ha reddito o ce l’ha insufficiente. Negli scaffali c’è cibo per mettere insieme i tre pasti ogni giorno, vi accorrono uomini e donne impoveriti da questa crisi infinita,  persone malate e in difficoltà; col Comune e la cucina delle scuole c’è, ogni giorno, un pasto caldo per chi non ha nulla o si trova in uno di quei momenti orribili della vita, senza soldi, senza casa, senza affetti; alloggi per ragazze madri, famiglie finite sul lastrico, una comunità di persone sole che, piano piano, tornano ad inserirsi nella società. Un modello virtuoso voluto dai due parroci di Bra don Gilberto e don Giorgio Garrone,  un popolo di volontari, mani generose, l’aiuto di chi cibo ne ha troppo, i doni dei supermarket e il banco alimentare. Una formula vincente.

«Il Papa ha detto ‘noi vescovi parliamo, voi preti lavorate’, ma era una battuta. In realtà, gli abbiamo detto, noi abbiamo vescovi che ci incoraggiano a lavorare così perché anche loro, il Papa compreso, stanno accanto ai più poveri». «Sì, certo ci ha chiesto di continuare sulla strada intrapresa, una strada giusta». C’è l’invito a Roma? «Ho detto al Papa che desidererei tanto suggellare questa chiamata con un abbraccio. Si vedrà. Ci siamo riproposti di ricordarci reciprocamente nelle preghiere»

E ora? «Si va avanti rincuorati di sapere che Francesco condivide la nostra idea di Chiesa, una Chiesa in uscita e in cammino».

E infatti, mentre parliamo, c’è la fila all’emporio solidale, in mensa si riassetta dopo il pranzo, attraverso il centro d’ascolto ci sono oltre seicento famiglie da seguire, nelle stanze di quella che è una vera città della carità nei cortili della parrocchia, c’è chi aiuta i bambini nei compiti, altri giocano mentre il sole lentamente tramonta.

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