Con il declino inarrestabile della ‘novità’ grillina (i pentastellati, travolti da Salvini, ora sono stati superati nei sondaggi anche dal Pd), la politica torna all’Amarcord, al passato.
Il nuovo segretario dei Democratici, Zingaretti, nel discorso d’insediamento, ha riscoperto le sue radici di leader della Fgci, riannodando i legami con il Partito socialista europeo (già avviati da Renzi) e riportando il Pd all’era Fassino dei Ds, prima della fusione con la Margherita, riaprendo le porte agli ex bersaniani e di fatto ignorando (come ha scritto il laico Marcello Sorgi su «La Stampa») temi essenziali per la cultura cattolico-democratica, dalla famiglia alla scuola, dalla vita al compito dei corpi intermedi; resta il ruolo essenziale per la democrazia di un valido partito d’opposizione, soprattutto verso un governo che continua nell’assurda guerra dei porti, negando il dramma umano dei naufragi, giustamente richiamato dal presidente della Cei card. Bassetti.
L’altro partito di opposizione, Forza Italia, per arginare a destra la Lega, ha riscoperto… Mussolini con il presidente del Parlamento europeo Tajani, costretto poi a una poco onorevole smentita; questo conferma che gli Azzurri continuano ad essere senza bussola con la doppia politica a Roma e negli enti locali, mentre il presidente Berlusconi è di nuovo avvolto da dure polemiche per il triste capitolo delle feste con le «olgettine» nella villa di Arcore.
I due partiti di governo continuano senza soste a litigare su tutto: Salvini lancia la Flat-tax famigliare e i grillini gli rispondono che costa troppo e sfascia il bilancio dello Stato (secondo fonti del ministero del Tesoro occorrerebbero 59 miliardi di euro!). Ma ora anche un tema delicato come la famiglia è diventato occasione di accesa disputa politica, come la Tav, con i grillini scatenati come la sinistra radicale sul convegno di Verona, la Lega nettamente a favore, ma con Salvini che, sulle tv di Berlusconi, prende le distanze sulla questione dei diritti degli omosessuali e le adozioni.
Tra sinistra radicale e destra radicale manca nel dibattito politico la voce del cattolicesimo democratico, che pure, con la Dc e il Partito Popolare, ha tracciato pagine importanti sui temi etici; l’articolo 29 della Costituzione, che assegna un prius alla famiglia «biblica» fondata sul matrimonio, ha come padri due grandi nomi, come Dossetti e La Pira; l’art. 7, sulla pace religiosa garantita dal Concordato, porta la firma del premier De Gasperi; allo stesso leader trentino va il merito di un disegno europeo di pace, dopo un secolo di guerre fratricide, con due grandi statisti cattolici come Adenauer e Schumann.
Nei più difficili anni Settanta, con l’esplodere della contestazione, Moro e Fanfani non smisero di difendere la dottrina sociale della Chiesa, sia sul divorzio sia sull’aborto, non rinunciando a promuovere il diritto alla vita e ottenendo da Berlinguer sia un’interpretazione riduttiva della legge 194 (considerata dal leader comunista un «male minore») sia il riconoscimento essenziale del diritto all’obiezione di coscienza; sulla scuola un primo, sia pur timido, passo avanti viene compiuto nel 2000 con la legge sulla parità scolastica.
Oggi c’è un sostanziale silenzio: verso Zingaretti che si dichiara a favore dell’eutanasia, verso quel mondo laico e radicale (come a Torino la sindaca Appendino) che difende la teoria dei «due padri», «due madri», non solo ignorando l’art. 9 della Costituzione, ma anche trascurando la forte critica del Parlamento europeo e di una parte del mondo femminista alla pratica (spesso di origine speculativa) della madre surrogata.
Incontrando il presidente Chiamparino, il sindaco di Parma Pizzarotti ha chiesto che non si parli solo di Tav nella prossima campagna elettorale; ha ragione, per Torino e per Roma. I temi etico-sociali non possono essere espunti dal dibattito politico per il loro valore universale, che interpella tutti, laici e cattolici. La società, così divisa e lacerata, ha bisogno di un forte respiro ideale, con la riflessione e il confronto sincero, senza odio e senza condanne a priori.