«Una ‘movida’ mariana». Così don Paolo Fini, direttore della Pastorale della Salute diocesana e parroco della Gran Madre di Dio riassume il significato della tappa torinese delle reliquie di Santa Bernadette Soubirous. Nel 175° anniversario della nascita e nel 140° della morte della santa che vide per la prima volta la Madonna nella grotta sui Pirenei nel 1858, le reliquie sono già in Italia e stanno passando di diocesi in diocesi sino al 22 agosto. A Torino saranno accolte alla Gran Madre di Dio (programma nel box a lato) da giovedì 25 a sabato 27 luglio. «Torino è una città per la quale Lourdes è importante», sottolinea don Fini, «tanti sono i volontari che vi svolgono servizio con gli ammalati, tante le associazioni, e forte è la devozione mariana. Una devozione che trova proprio sintonia in Santa Bernadette, donna del popolo. A Torino la gente ha caro il santuario della Consolata, la Basilica di Maria Ausiliatrice, la chiesa della Gran Madre, il santuario di Lourdes: luoghi in cui il popolo di Dio, nelle sue numerose differenze, si riunisce per la preghiera. Diventa così simbolica e significativa in città la presenza delle Santa che si è affidata alla Vergine, della Santa che richiama Lourdes come luogo di consolazione per le sofferenze dell’umanità, quelle fisiche e quelle dell’anima».
Accogliere le reliquie significa vivere un momento di devozione popolare, ma non c’è il rischio di banalizzare questo momento? «L’obiettivo è quello di vivere una esperienza religiosa di popolo, Maria stessa è stata donna del popolo e questo non significa negare il valore di una fede ragionata, meditata, vuole essere però un richiamo a recuperare, riscoprire, valorizzare quella sensibilità affettiva che è parte della nostra esperienza di fede. Credo che questi momenti siano di aiuto a vivere con maggiore semplicità il nostro rapporto con Dio e con la Vergine. Vivremo celebrazioni e processioni ‘aux flambaeaux’ come a Lourdes che daranno luogo a una ‘movida’ mariana in Borgo Po per risvegliare proprio questa dimensione filiale, fiduciosa, di vicinanza a Maria che si fa prossima a ciascuno di noi. Sarà una ‘movida’ che richiamerà l’attenzione sulle fatiche dell’umanità, che stimolerà le coscienze».
Ecco dunque che il tema della sofferenza è un altro elemento di questa presenza torinese delle reliquie nella parrocchia intitolata alla Vergine con il suo appellativo di Madre di Dio, la Theotokos. La Madre di Dio, come ogni madre, raccoglie le invocazioni dei figli che soffrono attraverso colei che, beatificata nel 1925 e canonizzata nel 1933, è la santa protettrice degli ammalati. La Gran Madre meta quotidiana di turisti e di fedeli diventerà meta dei pellegrini che venereranno le reliquie. «Ma vorrà essere soprattutto un luogo per approcciare la sofferenza non in maniera miracolistica, ma nello spirito della pastorale della Salute, come ricerca di senso per chi la vive ogni giorno sulla sua pelle e per chi cerca di alleviarla negli altri, perché la sofferenza diventi abitata dalla fraternità. La nostra Pastorale della salute è fortemente legata a Lourdes, da sempre promuove pellegrinaggi diocesani, ma soprattutto auspica che si mantenga una visione olistica dei malati, ci si fermi ad aiutarli, non si fugga. Santa Bernardette ci invita a continuare con questo sguardo sulla città e sulle nostre famiglie».