Torino in Consiglio comunale boccia il Decreto Sicurezza

Succederà anche a Roma? – Il 22 ottobre Il Consiglio comunale ha pronunciato un deciso «no» contro il provvedimento del ministro degli Interni Matteo Salvini: 30 voti compatti, compreso quello dei consiglieri Cinque Stelle; 2 voti di senso opposto dal leghista Fabrizio Ricca e da Roberto Rosso (Noi con l’Italia)

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Tutti contro il Decreto Sicurezza, tranne la Lega. Gli umori della popolazione sono incerti, altalenanti, ma lunedì scorso il Consiglio Comunale di Torino li ha scavalcati pronunciando un deciso «no» contro al provvedimento del ministro degli Interni Matteo Salvini: 30 voti compatti, compreso quello dei consiglieri Cinque Stelle; 2 voti contrari dal leghista Fabrizio Ricca e da Roberto Rosso (Noi con l’Italia). L’ordine del giorno presentato da Elide Tisi e Monica Canalis (Pd) con Francesco Tresso (Lista per Torino) impegna la Giunta Appendino a chiedere che il Governo «sospenda in via transitoria fino alla conclusione dell’iter parlamentare» gli effetti dell’applicazione del Decreto Sicurezza e apra un confronto con Torino e con le altre grandi città per valutare le ricadute concrete del provvedimento in termini economici, sociali e di sicurezza dei territori.

Nell’ordine del giorno si afferma chiaro e tondo che il Decreto, se sarà convalidato del Parlamento, renderà vani gli sforzi compiuti fino ad oggi per arrivare a una equilibrata distribuzione delle persone accolte su tutto il territorio. Anche a Roma il Movimento Cinque Stelle voterà contro Salvini? Staremo a vedere.

Secondo il consigliere Tresso «il Decreto rischia di vanificare i percorsi di integrazione già avviati, aumentando le condizioni di illegalità in cui molti migranti si verrebbero a trovare, rendendo precario il diritto d’asilo e la cittadinanza. Alla base del Decreto l’eliminazione del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (Sprar), che in questi anni ha sviluppato le esperienze più significative e trasparenti del sistema di accoglienza, a favore di quello straordinario dei Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS), che invece è stato oggetto di malversazioni importanti (v. processi per Mafia Capitale)».

«A Torino e nelle altre città dove è stato attivato – continua Tresso – lo Sprar ha saputo creare rapporti virtuosi tra enti pubblici, realtà dell’accoglienza, economia del territorio e società civile. Ha favorito l’inserimento di molte persone, impiegando con trasparenza le risorse a disposizione. E, com’è ampiamente dimostrato, ha generato benessere nei territori coinvolti: case affittate, nuovo lavoro, nuovi servizi di supporto per la ricerca di abitazioni e lavoro».

Il Consiglio Comunale di Torino chiede che il Ministero apra un confronto al fine di valutare gli effetti del provvedimento, «che ribalta inevitabilmente tutte le situazioni di vulnerabilità (malati, famiglie con bambini) sui servizi sociali e sanitari locali, aumentando l’insicurezza».

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