Torino invoca la pace

Fermare le armi Il mondo guarda attonito all’aggressione dell’Ucraina nel cuore dell’Europa. Milioni di cristiani alla preghiera convocata dal Papa. A Torino lo strazio del parroco ucraino don Andriy Vakhrushev e la mobilitazione della Caritas per il sostegno economico dei popoli devastati dal conflitto. GALLERY 1 – GALLERY 2

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Don Andriy Vakhrushev, sacerdote della Fraternità Missionaria di Sant’Egidio e parroco di San Giorgio Martire a Torino era in piazza Palazzo di Città venerdì 25 febbraio alla prima delle tante manifestazioni per la pace in Ucraina che si stanno susseguendo in città, ma anche nei comuni della provincia, in tutta la Diocesi. Don Andriy è ucraino ed era con i suoi connazionali e con i tanti torinesi – tra cui il Sindaco Lo Russo – che hanno accolto quel primo appello della Comunità di Sant’Egidio a esprimere il proprio «Sì alla pace, no alla guerra». Don Andry era in piazza con i connazionali, tra le bandiere e i cartelli, ma – come loro – con il cuore nel suo paese: «I miei parenti sono tutti in Ucraina, hanno visto volare i missili sopra la loro casa». In una semplice frase tutto lo sconforto, il dolore per una situazione drammatica che sta coinvolgendo migliaia di persone: «civili: bambini, ragazzi, anziani… perché non sono solo attacchi a obiettivi militari, non sono azioni chirurgiche», sottolinea. Le sue sorelle sono riuscite a scappare in Repubblica Ceca: «ma i miei genitori non vogliono andare via, non vogliono lasciare la loro casa. I miei parrocchiani e tanti qui si sono offerti di accoglierli, ma non è possibile. Sento la vicinanza di tanti, la preghiera. Noi qui possiamo pregare e manifestare… abbiamo tanta fiducia in Papa Francesco, speriamo che la sua voce possa veramente aiutare il popolo ucraino: quello che oggi ha fatto è stato per tutti un grande segno di speranza (il 25 febbraio Papa Francesco si è recato all’ambasciata russa presso la Santa Sede ndr.)».

Le preghiere

E sul fronte della preghiera la diocesi torinese ha da subito manifestato una grande vivacità e impegno: Papa Francesco aveva indetto – e lo ha ripetuto al termine dell’udienza del Mercoledì delle Ceneri –  per il 2 marzo una giornata di digiuno per la pace in Ucraina, rilanciata da mons. Nosiglia, ma sin dal primo giorno di guerra parrocchie, associazioni, congregazioni si sono organizzate.  Impossibile citarle tutte: tra le prime, il 24 febbraio, la parrocchia Maria Regina della Pace a Torino e Santa Maria della Scala a Moncalieri. Poi c’è chi ha deciso, come la comunità di Nostra Signora delle Vittorie di Moncalieri «ogni martedì fino al termine del conflitto di recitare il rosario per la pace alle 17.15 e di celebrare la Messa ‘in tempo di guerra e di disordini’».  A Chieri in tutte le chiese dell’Unità pastorale alle ore 16 del Mercoledì delle Ceneri hanno suonato le campane, richiamando così a uno speciale momento di preghiera alla Vergine Maria, Regina della Pace da elevare in ogni angolo della città.  Nella parrocchia della Beata Vergine delle Grazie in Torino la proposta è di dedicare alla pace uno dei tanti momenti di preghiera che la comunità offre ogni venerdì (lodi, Messa, adorazione, via Crucis).

Continua incessante anche la preghiera della cappellania ucraina cattolica guidata da don Ihor Holynskyy che si riunisce nella chiesa di Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù (via Germonio 27 a Torino) ,dove domenica 13 alle 12.15 celebrerà una Messa per la pace.
Nei tre giorni che hanno preceduto l’inizio della Quaresima in tutti i monasteri cottolenghini – non solo quelli del nostro territorio diocesano – si è tenuta l’esposizione solenne del Santissimo Sacramento con una speciale preghiera per la pace. «In questo momento di particolare sofferenza», sottolineano le suore di vita contemplativa, «unite alla Chiesa universale e a tutto il mondo, imploriamo il dono prezioso della pace: pace tra le genti, pace nelle famiglie, pace nel cuore di ogni uomo e di ogni donna che nasce, vive, soffre, lotta e anche muore, in terra di Ucraina e in tutto il mondo». La stessa comunità di sant’Egidio dopo la manifestazione in piazza ha dato appuntamento nella chiesa dei Santi Martiri per una preghiera dove per ogni invocazione si è accesa una candela «a diradare con la fiducia nella preghiera la notte della guerra e della violenza».

Ogni sera, inoltre, l’Arsenale della Pace è aperto dalle 21 alle 22 per un’ora di silenzio e preghiera per la pace in Europa. Costante la preghiera e l’attenzione del mondo salesiano: «Gli avvenimenti di queste ore in Ucraina», sottolineano da Missioni Don Bosco, «ci addolorano molto. Preghiamo per la pace, per far sentire la nostra vicinanza alle famiglie ucraine. Inviamo un messaggio di solidarietà alle persone conosciute durante il nostro recente viaggio missionario. Non riusciamo a pensare al fatto che i bambini e i ragazzi che abbiamo conosciuto, in questo momento probabilmente si trovano nei rifugi antiaerei da noi visitati insieme ai salesiani. Siamo con loro!».

Le manifestazioni

Dopo la manifestazione di Sant’Egidio, sabato 26 il Coordinamento Agite ha organizzato un presidio di fronte alla Prefettura in Piazza Castello a Torino, e lunedì 27 è stata la volta della marcia organizzata dal Sermig: da piazza Borgo Dora al Comune di Torino. Bambini, giovani e famiglie hanno consegnato la Bandiera della Pace al Sindaco di Torino, alla Presidente e ai capigruppo del Consiglio comunale.  Ma non solo Torino, tanti i comuni – anche in questo caso impossibile citarli tutti  –  in cui istituzioni civili e parrocchie hanno condiviso l’appello per la pace. Così Mappano il 25 febbraio ha organizzato una manifestazione pubblica a sostegno della pace in piazza Don Amerano e anche la parrocchia ha aderito all’iniziativa. E poi un sit in a Settimo, marce a Grugliasco, Ciriè…

Gli appelli per la pace

Con il passare dei giorni si sono moltiplicate anche le adesioni di istituzioni e associazioni agli appelli per la pace. «L’Università degli Studi di Torino, il Politecnico di Torino, l’Università del Piemonte Orientale e l’Università di Scienze Gastronomiche condividono la grande preoccupazione in merito al drammatico conflitto in Ucraina. I quattro Atenei sono parte del Network delle Università per la Pace ed esprimono la più ferma condanna nei confronti dell’uso della violenza e della guerra».

Così anche il Coordinamento interconfessionale «Noi siamo con voi» ha evidenziato con una nota l’adesione all’invito del Papa alla preghiera: «la preoccupazione e l’appello del Santo Padre, sono condivise dalle persone di buona volontà non solo cattoliche o cristiane, ma di tutte le fedi e convinzioni religiose presenti in Piemonte». Adesioni e note diffuse anche da Comunione e Liberazione: «Siamo con il Papa e con tutti coloro che si stanno prodigando per fermare l’orrore di questa guerra. Siamo con il Papa, che difende e proclama la pace. Ma quanto è fragile il desiderio della pace, se tale desiderio non diventa un compito, una responsabilità nel quotidiano, per costruire esperienze che assicurino al nostro popolo, ad ogni popolo, educazione, lavoro, carità, giustizia». Così l’Azione Cattolica (https://azionecattolica.it/in-preghiera-per-la-pace-in-ucraina/), l’Agesci, le Acli e San Vincenzo. E ancora l’Ufficio di presidenza del Comitato regionale per i Diritti umani e civili ha comunicato così l’adesione all’invito del Papa: «di fronte alla guerra e alla inaccettabile violazione della sovranità di un Paese libero e indipendente, abbiamo già condannato l’invasione militare. Stiamo appoggiando le misure di aiuto al popolo ucraino previste dalla Regione. Anche la dimensione spirituale diventa importante di fronte ad avvenimenti di così grande gravità e portata».

Gli aiuti e l’accoglienza

La Regione Piemonte ha istituito un coordinamento per il soccorso ai profughi ucraini, mentre sul fronte degli aiuti da inviare in loco il Sermig ha lanciato una raccolta di generi alimentari e materiale sanitario per gli ospedali di frontiera. Per conoscere tutti i dettagli dei vari centri di raccolta sul territorio www.sermig.org/insieme/sostieni-gli-arsenali/ucraina.html.

Il Sea (Srvizio emergenza anziani) ha invece lanciato la proposta di adottare una famiglia che vive nel Paese attraverso la Comunità di S. Egidio presente in loco. «Intendiamo dare un aiuto immediato di mille euro per poter sostenere la famiglia che verrà individuata. Sul sito www.seatorino.org/ le indicazioni per contribuire al progetto.

La Pastorale migranti sostiene infine, in prospettiva, in collaborazione con l’Esarcato apostolico per i fedeli cattolici ucranini e la Comunità cattolica ucraina di Torino, l’accoglienza di famiglie. La Caritas invece invita a partecipare alla raccolta di Caritas italiana di fondi da utilizzare o direttamente in Ucraina, o a sostegno dei servizi di accoglienza che le comunità cristiane stanno offrendo nei paesi di confine, o nell’eventuale necessità di accoglienza di profughi in Italia.

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