Torino scommette su Lo Russo

Nuovo Sindaco – Vittoria sotto la Mole per il candidato del centrosinistra, affluenza ai minimi storici, Damilano sconfitto anche nelle periferie. Ha partecipato al voto di ballottaggio solo il 42% degli elettori torinesi, toccherà al Primo cittadino ascoltare anche l’altra parte di città

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Torino è tornata al centrosinistra. Il nuovo Sindaco è Stefano Lo Russo, 46 anni, professore di Geologia al Politecnico, eletto al ballottaggio del 17-18 ottobre con 169 mila preferenze personali (59,2%). Le foto della vittoria lo ritraggono abbracciato ai predecessori Valentino Castellani, Sergio Chiamparino, Piero Fassino: per i sostenitori una garanzia di qualità, per gli avversari un ritorno a quel «sistema Torino» che Paolo Damilano, il candidato sconfitto nelle file del centrodestra (116 mila voti, 40,7%), aveva promesso di non far più tornare.

È probabile che Lo Russo senta il peso un po’ ingombrante dei padri nobili della sinistra torinese. Sa di doversi smarcare e cercherà di farlo fin dalle prime battute. Ha dedicato la vittoria alla memoria del salesiano don Aldo Rabino per sottolineare che i suoi percorsi affondano le radici nel volontariato, più che nelle segreterie di partito. Se ha vinto, tuttavia, è anche per la sua rassicurante competenza politica (15 anni di Consiglio comunale, 5 come assessore di Fassino), ciò che gli elettori invocavano a gran voce dopo il disastrato quinquennio dei grillini venuti dal nulla.

Al ballottaggio l’affluenza al voto dei torinesi è ancora calata rispetto al dato, già bassissimo, del primo turno. Si è presentato alle urne solo il 42% degli elettori, meno della metà. Rispetto al primo turno il consenso di Lo Russo è comunque cresciuto: 29 mila voti in più. Quello di Damilano è calato: 8 mila voti in meno. Il risultato finale vede la Lo Russo in vantaggio con 53 mila voti di scarto rispetto all’avversario. Una vittoria conseguita in tutte le Circoscrizioni torinesi, comprese quelle della periferia Nord, che al primo turno avevano premiato Damilano.

Hanno confermato il voto per Lo Russo tutti gli elettori del primo turno, aggiungendosi una buona metà di quelli (54 mila) che al primo turno avevano scelto candidati differenti, del movimento Cinque Stelle, dell’estrema sinistra, dei Verdi.

In omaggio alle «quote rosa» il Sindaco eletto ha preannunciato che il suo vicesindaco sarà donna, così come gli assessori saranno in maggioranza donne. Ha promesso di formare in fretta la sua Giunta, entro il 25 di ottobre. Potremo subito misurare, dalla rosa dei nomi, i giochi di forza con i partiti e gli spazi di autonomia di Lo Russo. Il dato da cui partire è il ritorno con grandi numeri del Partito Democratico in Consiglio comunale: sarà il partito di maggioranza relativa con 17 consiglieri sul totale di 40.

In dettaglio, la coalizione di centrosinistra siederà in Consiglio comunale con 24 consiglieri (più lo stesso Sindaco). Per il Pd risultano eletti Chiara Foglietta, Gianna Pentenero, Ludovica Cioria, Nadia Conticelli, Vincenzo Camarda, Pietro Tuttolomondo, Maria Grazia Grippo, Francesca Patriarca, Luca Pidello, Amalia Santangeli, Abdullahi Ahmed Abdullahi, Tony Ledda, Angelo Catanzaro, Simone Tosto, Caterina Greco e Pierino Crema.

Sempre per il centrosinistra siederanno in Consiglio: 2 eletti della Lista civica per Lo Russo (Paolo Chiavarino ed Elena Apollonio), 2 della Sinistra Ecologista (Jacopo Rosatelli e Alice Ravinale), 2 dei Moderati (Carlotta Salerno e Simone Fissolo), 1 della Lista civica «Torino Domani» (Francesco Tresso).

Staranno all’opposizione 16 consiglieri del centrodestra e del Movimento Cinque Stelle. In dettaglio, risultano eletti 5 nominativi della Lista civica «Torino Bellissima» (Paolo Damilano, Silvia Damilano, Pino Iannò, Pierlucio Firrao e Pietro Abruzzese), 3 della Lega (Elena Maccanti, Fabrizio Ricca e Giuseppe Catizone), 3 di Fratelli d’Italia (Enzo Liardo, Paola Ambrogio e Giovanni Crosetto), 3 del Movimento Cinque Stelle (Valentina Sganga, Andrea Russi e Dorotea Castiglione), 2 di Forza Italia (Andrea Tronzano e Domenico Garcea).

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