Torino scommette sul nuovo Parco della Salute

Polo ospedaliero – Chiamparino annuncia il bando di gara entro l’estate, Zanetta conferma: “pronti a partire”. Il complesso di via Nizza assorbirà le Molinette, lancerà ricerca e impresa, è il più importante progetto di investimento in edilizia sanitaria e ricerca scientifica della città, ma anche un volano di sviluppo economico per il Piemonte

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Il futuro di Torino passa dal Parco della Salute. Un progetto ambizioso, nato da lontano, smontato e rimontato più volte, ma che oggi muove davvero i suoi primi passi. E segna un punto di non ritorno. «Entro l’estate sarà pronta la documentazione necessaria per far partire i bandi di gara per la progettazione e costruzione del nuovo polo ospedaliero», ha detto il commissario della Citta della salute, Gian Paolo Zanetta, durante l’incontro «Nuovo Parco della salute: a che punto siamo» organizzato, martedì 17 aprile, dall’Accademia di Medicina nella sede di via Po. Poi ha aggiunto:  «Il presidente Chiamparino ha dato l’annuncio ieri (lunedì 16 aprile, ndr), durante l’inaugurazione della nuova sala ibrida alle Molinette, lanciando il cuore oltre l’ostacolo. Noi lo seguiamo e lavoriamo a tappe forzate per rispettare i tempi».

Dietro a ogni grande progetto, c’è sempre un grande lavoro di squadra. Un’alleanza territoriale tra la Città della salute e la Regione Piemonte, l’Università e le Ferrovie dello Stato. Ma soprattutto la voglia e la capacità di raccontare una nuova idea di città. Sì, perché il polo sanitario che sorgerà nell’area dell’ex Fiat Avio-Oval, in via Nizza, dietro il Lingotto, vuole essere la risposta di Torino alla sanità del futuro: un centro di eccellenza clinica e gestionale, con una forte integrazione tra assistenza e ricerca, che mette al centro il paziente. E muove, in un colpo solo, cinque settori strategici per la città: sanità, ricerca, innovazione e sviluppo, anche dal punto di vista occupazionale. Settori chiave per il rilancio di una metropoli che nel corso della sua storia ha dovuto reinventarsi più volte, confermandosi laboratorio delle idee.

I dati sono lì a dimostrarlo. Il Parco, che si svilupperà su un’area di 317 mila metri quadri, ospiterà le attività e le strutture ad elevata complessità oggi presenti nei quattro grandi ospedali della Città della Salute: Molinette, Sant’Anna, Regina Margherita e Cto. In tutto, 1.040 posti letto, rispetto agli attuali 2.200-2.400. Il Cto, riconvertito, sarà invece un ospedale a bassa e media intensità di cura con 450-500 posti e manterrà l’Unità spinale unipolare. Al Parco sarà traferita anche la Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università. Previsti 60 mila metri quadri di parcheggi, per un totale di circa 2.300 posti auto. Oltre a attività commerciali e direzionali su circa 15 mila metri quadri. Costo complessivo dell’opera, 670 milioni di euro. Il 30 per cento a carico dello Stato, il restante 70 per cento dovrà arrivare dai privati.

Il nuovo Parco della Salute è il più importante progetto di investimento in edilizia ospedaliera e ricerca scientifica della città, ma anche un eccezionale volano di sviluppo per la Regione, capace di portare ossigeno a un’economia oggi debole. Spiega Zanetta: «Noi non stiamo costruendo solo un ospedale, ma un Parco della Salute, cioè un centro polispecialistico all’avanguardia per assistenza, ricerca avanzata e insegnamento multidisciplinare, con potenziale attrattivo a scala regionale, nazionale e internazionale con la rete di eccellenza, integrato nei percorsi e nei luoghi di cura del sistema sanitario». Per costruirlo è stata scelta la strada del partenariato pubblico-privato. Ma attenzione, ricorda Zanetta, «il privato viene coinvolto per recuperare risorse, il core business dell’attività resta alla sanità pubblica».

Il Parco della Salute si svilupperà su quattro poli funzionali, ma dovrà essere integrato, secondo la triade diagnosi-cura-ricerca clinica avanzata. Spiega l’architetto Leonello Sambugaro, dirigente della Regione e coordinatore tecnico del Parco della salute: «Il Polo della sanità e della formazione si svilupperà su 127 mila metri quadri e conterà 1.040 posti letto, dei quali 70 ‘tecnici’; il Polo della ricerca, 10 mila metri quadri in tutto, prevede un’utenza di circa 1.000 persone tra docenti, studenti e dottorandi; il Polo della didattica sarà invece di 31 mila metri quadri, ospiterà i corsi di laurea in Medicina, utenza stimata intorno alle 8.600 persone; il Polo della residenzialità si svilupperà su 8 mila metri quadri con un capienza di 220 posti alloggio».

Con la scelta dell’advisor, cioè della società che dovrà predisporre la documentazione relativa alla procedura di «dialogo competitivo», e lo sblocco del Tar che ha respinto l’ultimo ricorso al progetto, si è fatto un passo molto importante verso l’avvio dei lavori: con l’advisor infatti si alzerà il velo sull’interesse dei grandi investitori nazionali e internazionali. La scelta è caduta su Ernst&Young (la sola ad aver superato l’esame della commissione della Città della salute), che adesso avrà tempo fino all’estate per predisporre i bandi. Il costo del primo lotto del Parco della salute è di circa 456 milioni di euro, di cui 142,4 milioni a carico dello Stato e 7,5 milioni della Regione. Il resto, 305 milioni di euro, sarà a carico dei privati che realizzeranno l’opera, in cambio dell’affidamento in gestione per 25 anni dei servizi erogati collegati all’edificio (energia e calore).

Basta leggere questi numeri per capire che il Parco della Salute è una grossa scommessa da vincere. Il futuro della sanità parla di eccellenza, medicina di precisione, terapie sempre più personalizzate, tecnologia che aiuta e potenzia i successi della clinica, Big data per gestire informazioni. L’eccellenza clinica a Torino non manca, mentre devono essere riqualificate le vecchie strutture ospedaliere. Il Parco della Salute nasce per questo. Tra gli aspetti più delicati, la razionalizzazione dei posti letto senza ridurre i servizi. Come è possibile? Dall’incontro con Zanetta e Sambugaro sono uscite due premesse. Primo: la futura struttura permetterà un utilizzo più efficiente dell’occupazione dei posti letto, che nell’attuale Citta della Salute è di circa il 75 per cento rispetto alle potenzialità totali. Secondo: il sistema sanitario consentirà una ridistribuzione dei posti letto per cronicità sul territorio dell’area metropolitana.

«Per un Polo di alta specialità come il Parco della salute», ha spiegato Zanetta, «i 1.040 posti letto previsti sono un numero corretto. A questi bisogna aggiungere i 450-500 del Polo a media complessità (Cto) e i 434 posti letto del nuovo Ospedale Asl 5 con funzione di supporto. La chirurgia con gli anni ha fatto passi da gigante e si riducono i giorni di ricovero. In parallelo cresceranno i posti di continuità assistenziale sul territorio. Anche le strutture esistenti dovranno essere utilizzate al meglio». Come dire, il Parco della Salute come polo di eccellenza ha l’ambizione di proiettare Torino a livello internazionale, senza dimenticare una puntuale e attenta organizzazione della rete territoriale (in particolare cronicità e post-acuzie, l’anello debole della sanità piemontese), per rispondere a una domanda sempre crescente di cura.

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