Torino, si apre la corsa per il dopo Appendino

La Città giudicherà le idee – Manca poco più di un anno alle elezioni comunali di Torino (primavera 2021). Il sindaco Appendino – sia che si ricandidi, sia che ceda il passo – ci arriverà col fiato cortissimo, sfiancata da una maggioranza in frantumi

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Manca poco più di un anno alle elezioni comunali di Torino (primavera 2021). Il sindaco Appendino – sia che si ricandidi, sia che ceda il passo – ci arriverà col fiato cortissimo, sfiancata da una maggioranza in frantumi; eppure le opposizioni non stanno approfittando di questa debolezza per pronunciare parole d’ordine chiaramente alternative, contagiose, capaci di indicare alla città obiettivi nuovi e concreti, che catturino il voto.

Chiara Appendino

È un gran parlare di alleanze fra partiti e di aspiranti sindaci per il centrosinistra (Lo Russo? Giorgis? Saracco?) o per il centrodestra (Damilano? Porchietto?), ma questo gioco tutto concentrato sui nomi e sulle bandiere sa di vecchio: manovre di partito, ragionamenti sui pacchetti di voto (Pd in solitaria oppure insieme ai grillini? Lega insieme o senza Forza Italia?), poco o nulla sui programmi.

Parlare di programmi vorrebbe dire una cosa semplice: elaborare due o tre idee, non di più, sulle cose concrete che ci si impegna a fare per tirar fuori Torino dall’agonia post-industriale. Viene il dubbio, reso esplicito da Giuseppe Berta sul Corriere della Sera, che queste idee non ci siano. Oppure che siano patrimonio di pochi.

Ecco quello che vorremmo conoscere nei prossimi mesi: le idee. Che siano concrete. I filoni di impegno per il prossimo sindaco di Torino sono quasi obbligati: sostenere l’attività delle imprese locali, di cui mamma Fiat non si occuperà più; riprendere gli investimenti sul Welfare, per lenire le ferite sociali; rilanciare le politiche culturali, lasciate disgraziatamente declinare in questi ultimi anni.

Le idee, prima dei candidati. Torino ha le orecchie ben tese, attenderà di conoscere idee. Punirà le semplici manovre di palazzo. Accadrà nei quartieri della borghesia, ma soprattutto nelle periferie-dormitorio, vero terreno della prossima contesa elettorale.

Gli sforzi compiuti da Appendino per smarcarsi dall’inconcludenza dei Cinque Stelle vanno a recente merito del sindaco (che ha sciolto qualche nodo complicato, come la vicenda Moi) ma certo non la stanno rinforzando rispetto al base grillina, anzi la stanno facendo vacillare – come dimostra il grottesco caso della Cavallerizza – in un Consiglio comunale a maggioranza sempre più risicata: 21 consiglieri M5S contro 19 di opposizione.

Appendino e il grillismo torinese arriveranno a fine mandato con il fiato cortissimo. Esistono o non esistono idee alternative?

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