A Torino nei mesi invernali aumentano i posti per l’accoglienza notturna delle persone senza dimora.
L’impegno della Città
Cuore del piano comunale, in vigore dal 1° novembre al 30 aprile, sarà l’ex Istituto Buon Pastore di corso Principe Eugenio, dove saranno messi a disposizione 80 nuovi posti letto per i senza dimora e i minori non accompagnati. Il nuovo piano messo a punto dall’assessorato alle Politiche sociali si articola in possibilità di accoglienza ad accesso diretto, presso il Centro di via Traves – che negli scorsi mesi ha accolto i migranti sbarcati a Lampedusa ed ora è tornato a disposizione del Comune – ed accoglienze ad accesso su segnalazione del sistema di accompagnamento degli adulti in difficoltà. In questo caso le strutture sono l’ex Buon Pastore, appunto, il centro di corso Sebastopoli, nell’ex Spazio Famiglia della Circoscrizione 2, e quello della fondazione Mamre in Barriera di Milano (piazzale Croce Rossa). In totale i posti per l’ospitalità invernale arrivano dunque a 250 a cui si sommano quelli messi a disposizione dalla Diocesi di Torino, che superano i 100, e tutti quelli già attivi durante il resto dell’anno anche per far fronte a situazioni di emergenza abitativa (sfratti, sgomberi, …).

«Abbiamo puntato ad un incremento dei posti», sottolinea l’assessore al Welfare Jacopo Rosatelli, «con la consapevolezza che parte delle persone migranti ospitate in via Traves potrebbero aver bisogno di accoglienza durante l’inverno: si tratta di circa 100-150 migranti, transitati per via Traves, che non hanno aderito alle proposte di ricollocamento per tentare di raggiungere la Francia o la Germania. Sappiamo dunque che alcuni di essi, respinti alle frontiere, potrebbero tornare in città e vogliamo quindi farci trovare pronti all’accoglienza, in particolare nei mesi più freddi».
Nel periodo del «piano invernale» saranno attivi i servizi di Boa Urbana Mobile, con tre vetture, e l’educativa territoriale diurna (con sede in via Sacchi nei pressi della Stazione di Porta Nuova), che monitoreranno le strade per prestare aiuto alle persone in difficoltà e indirizzarle verso i servizi.
«In particolare», sottolinea l’assessore Rosatelli, «nelle strutture del Buon Pastore, di corso Sebastopoli e di Mamre, le persone non saranno sconosciute e sarà possibile impostare, anche grazie a personale qualificato, percorsi di accompagnamento personalizzati verso altri servizi, a seconda delle necessità».
Altra novità è il progetto «Torino street care» che ha preso il via la scorsa settimana a Porta Palazzo: si tratta di un ambulatorio medico mobile, gestito dalle associazioni Rainbow for Africa e Camminare Insieme, in sinergia con l’Ordine dei medici e degli infermieri, che ogni settimana farà tappa nei luoghi delle città di maggiore marginalità per offrire alle persone in difficoltà un check sanitario e un «aggancio» verso i siti di accoglienza.
L’impegno della Diocesi
Imponente la rete di accoglienza della diocesi di Torino che, in base ad un accordo di collaborazione con la Città, mette a disposizione 8 strutture, una in più rispetto allo scorso anno, per arrivare ad oltre 100 posti. Il coordinamento è affidato alla Carita Diocesana con l’apporto del Sermig, della Comunità di Sant’Egidio e del Centro torinese di solidarietà (Cts).
«In particolare una sede», sottolinea Pierluigi Dovis, referente della Caritas Diocesana, «sarà dedicata esclusivamente alle donne presso l’Accoglienza da Lidia in via Morgari 9, e una, presso la Comunità Villa Pellizzari in corso Casale 396, alle persone senza dimora che hanno anche delle problematiche di dipendenze da sostanze e che richiedono dunque un accompagnamento con competenze specifiche».

Gli altri luoghi di ospitalità sono: l’Arcivescovado (via Arcivescovado 12 C), l’«Accoglienza di Abramo» e l’«Accoglienza Tre Angeli» in via Cappel Verde 6, l’«Accoglienza Gran Madre» in locali della parrocchia (piazza Gran Madre 4) e «La Sosta» in via Giolitti 40. Sarà, inoltre, disponibile una nuova sede nella periferia nord.
Quasi tutte le accoglienze restano attive lungo l’intero anno e non solo nel periodo del «piano di emergenza freddo»: «in questo modo», evidenzia Dovis, «viene favorita una continuità nel tipo di servizio che consente un basso turn over da parte degli ospiti in ciascuna struttura: ciò consente di creare delle progettualità di accompagnamento personalizzate. Il servizio punta sulla qualità delle relazioni con gli ospiti attraverso la quale annunciare l’amore di Dio».
In ciascuna sede, oltre all’ospitalità notturna e alla cura dell’igiene personale, vengono offerte la cena, la colazione e una serie di servizi, come la possibilità di lavare i propri vestiti e panni.
Inoltre nei locali dell’Arcivescovado viene offerto anche il servizio di Centro diurno: gli ospiti possono, infatti, arrivare alle 14, prima dell’ospitalità ordinaria fra le 17 e le 17.30. Anche nella sede destinata alle donne, in via Morgari, è possibile trovare accoglienza già nel pomeriggio. Tutti i luoghi messi a disposizione dalla diocesi non sono ad accesso diretto ma su segnalazione dell’Ufficio Adulti in difficoltà del Comune di Torino ad eccezione de «La Sosta», in via Giolitti 40, centro gestito dalla Comunità di Sant’Egidio, dove gli ingressi avvengono senza mediazioni.
«La città», conclude l’assessore Rosatelli, «è soddisfatta del proficuo lavoro sinergico con la diocesi che mira alla valorizzazione sociale di spazi a favore di persone in difficoltà. Oltre a questo è altrettanto centrale l’impegno per la diffusione della cultura dell’accoglienza di cui la società tutta ha bisogno».