Il traguardo è storico. Dalla scorsa settimana le auto che percorrono il grande viale automobilistico sulla Spina 1 di Torino (corso Mediterraneo, corso Inghilterra, corso Venezia) possono immettersi direttamente nella superstrada per Caselle e nella Tangenziale Nord, finalmente collegate. Nelle ore di traffico scorrevole, si viaggia in meno di 25 minuti d’auto dalla Crocetta all’aeroporto: una rivoluzione promessa e rinviata molte volte nell’ultimo decennio, fino al taglio del nastro del raccordo stradale giovedì 19 gennaio.
Il raccordo, in verità, è incompleto. Giovedì scorso è stata aperta al traffico solo la carreggiata di corso Venezia che esce dalla città in direzione nord verso la Tangenziale e Caselle. Resta chiusa la carreggiata opposta, per chi deve entrare in città: qui i lavori si trascinano da un anno e mezzo, non sono ancora conclusi, il Comune spera di terminarli entro marzo o aprile.
Se non ci saranno intoppi, la completa apertura del viale arriverà in primavera. E c’è già chi si preoccupa – motivatamente – per i grandi flussi di traffico destinati ad entrare in città dal raccordo di corso Venezia. Non solo le vetture provenienti dall’aeroporto e dal Canavese, ma quelle che a migliaia giungono ogni ora dalle autostrade di Aosta e Milano, tutte insieme potrebbero riversarsi sulla Spina 1 anziché percorrere la Tangenziale fino ai tradizionali ingressi di corso Regina Margherita e corso Francia. Si prevedono ingorghi poderosi, specialmente nella famosa rotonda di piazza Baldissera alle porte del Borgo Vittoria, dove ogni giorno – già oggi – il traffico finisce paralizzato nelle ore di punta per la totale inadeguatezza di questa rotonda, costretta a smistare le auto provenienti da sei diversi assi stradali.
La storia di piazza Baldissera è nota: è un incrocio progettato male. Pare incredibile che dieci anni fa, quando iniziò la trasformazione di corso Venezia, ci sia stata l’illusione di far digerire a questa semplice rotonda l’immensa mole di traffico. L’alternativa sarebbe stata (ed è ancora) lo scavo di un tunnel sotto la rotonda, sfruttando spazi vuoti che già esistono nei sotterranei del viale. Si disse che non c’erano i soldi per realizzare il tunnel. Si disse che c’erano problemi tecnici. C’è da scommettere che, presto o tardi, il tunnel si farà.
Per ora, almeno nelle ore di traffico più fluido, i torinesi godono la comodità della nuova e molto comoda uscita dalla città. Possiamo chiudere un occhio se il raccordo stradale è stato aperto la scorsa settimana senza mettere a posto la segnaletica: nessun cartello in corso Venezia per il momento avvisa che, oltre via Breglio, si finisce nel serpentone delle tangenziali, senza rientri rapidi in città.
Il completamento di corso Venezia è il primo attesissimo risultato del piano che sta trasformando la viabilità e la logica dei trasporti nella periferia nord di Torino. L’altro risultato è atteso entro la fine del 2023: la nuova ferrovia per Caselle e il Canavese sotto corso Venezia e corso Grosseto. Saranno pochi minuti di treno per volare da Porta Susa all’aeroporto.