Un futuro da giornalista? Perché no?

Beatrice Benadì, Edoardo Ruà, liceo Valsalice –  Una settimana a cimentarsi con le 5 w doppie, correzione di bozze, impaginazione, rassegna stampa, riunione di redazione: Edoardo e Beatrice ci raccontano la loro esperienza di Alternanza scuola lavoro presso la nostra redazione

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Edoardo Ruà e Beatrice Benadì durante l'Asl presso la nostra redazione lo scorso fine luglio

Un tuffo nel giornalismo – Durante l’ultima settimana dello scorso luglio mi sono immerso con la mia compagna di classe Beatrice nel lavoro della redazione di un giornale: ho avuto la possibilità di vivere un’esperienza di alternanza scuola-lavoro presso il settimanale «La Voce e il Tempo». In quattro giorni ho potuto apprendere moltissime nozioni sul giornalismo e cimentarmi un poco in questo mestiere. Ho compreso che una parola chiave del giornalista è ​costanza. ​Ho notato come ogni redattore sia continuamente al lavoro: appena si chiude un numero si pensa già al prossimo. Infatti il giovedì, appena uscito il giornale, si inizia già a lavorare in vista della settimana successiva con la riunione di redazione a cui ho potuto partecipare.

Giornalismo è anche sinonimo di ​collaborazione e fiducia. ​Mi sono reso conto che vi è una totale disponibilità di ogni giornalista verso i colleghi instaurando così un clima di aiuto reciproco di cui abbiamo tratto giovamento sia io che Beatrice. Durante la stesura di notizie brevi e di articoli che ci venivano affidati dai redattori ci sono stati forniti molti preziosi consigli. Mi sono accorto di come sia necessario l’affiatamento tra colleghi che ho riscontrato soprattutto nella cooperazione tra giornalista e grafico. Ho assistito al delicato momento dell’impaginazione dei pezzi in cui ho notato la collaborazione tra i colleghi alla ricerca della migliore soluzione: il giornale è infatti un lavoro di squadra, collettivo.

Il lavoro della sezione grafica mi ha molto sorpreso e interessato e ho capito che per il mestiere del giornalista sono fondamentali ​precisione ​e rispetto dei tempi​. Ho percepito un’attenzione quasi maniacale in ogni fase della lavorazione, soprattutto nella ricerca dell’errore. A proposito, a me e a Beatrice è stata affidata la rilettura e correzione delle bozze. Il nostro compito era quello di rileggere uno stesso pezzo due o tre volte alla ricerca di eventuali refusi. Errori di battitura e imprecisioni infatti sono segni di un lavoro sciatto e poco accurato che danneggiano l’immagine del giornale.

Il tempo di lavoro dei redattori è scandito ogni settimana dal ritmo inesorabile della chiusura del giornale. Il direttore, Alberto Riccadonna, ci ha spiegato l’importanza del saper lavorare rispettando i tempi di consegna dei pezzi e la funzione del «timone» (un tabellone dove vengono rappresentate in scala le pagine del giornale) che, come suggerisce il nome, guida il lavoro dei giornalisti. Abbiamo anche avuto l’opportunità di vivere in prima persona il momento della chiusura del giornale in cui l’adrenalina e la tensione raggiungono i livelli più alti poiché le pagine in pdf devono essere mandate in tipografia entro le 20-20.30 in tempo per la stampa che avviene nella notte.

Abbiamo anche conosciuto l’attività dell’ufficio amministrativo che cura​, oltre alla gestione dei dipendenti, gli abbonamenti, le tirature e tutto ciò che riguarda l’economia del settimanale. Ho appreso che dietro la vendita di un giornale c’è un lavoro molto complesso. Un grazie alla nostra tutor Marina Lomunno, a tutti i giornalisti e collaboratori che ci hanno assistito durante questa settimana e ci hanno regalato l’opportunità di vivere come veri redattori. Come mi era stato preannunciato, al termine di questa esperienza non ho imparato a fare il giornalista ma ho potuto chiarirmi le idee riguardo il mio futuro e questo mestiere: «Giornalismo? Perché no?»

Edoardo RUÀ

 

Giornalista per una settimana – L’esperienza giornalistica presso la redazione de «La Voce e il Tempo» che è stata offerta a me e al mio compagno Edoardo mi ha dato la possibilità di avvicinarmi per la prima volta al mondo del lavoro, in questo caso il giornalismo. Non è mai facile buttarsi a capofitto in un ambiente che non si conosce e cercare di apprendere il più velocemente possibile ma, grazie al clima positivo della redazione e al mio approccio collaborativo, sono riuscita a inserirmi bene fin da subito.

La vita di un giornalista è un percorso che non si ferma mai, senza orari e senza freni, sempre alla ricerca della notizia e alla possibilità di farla diventare un articolo. È un lavoro difficile perché richiede attenzione, precisione, ordine e velocità. Un aspetto del mestiere che si pensa sia meno importante, ma che in realtà è fondamentale, è la correzione delle bozze, grazie a cui il giornalista che magari per distrazione ha commesso degli errori nella stesura dell’articolo può sistemarlo per far in modo che vada in stampa corretto.

È molto arduo riuscir a far stare tante notizie in un numero di pagine limitato. Ed è proprio qui che risiede l’abilità del giornalista, nella capacità di sintesi. «La Voce e il Tempo» è un settimanale e, a differenza dei quotidiani, riesce a trattare le notizie in maniera più approfondita, ragionando sul taglio da dare agli articoli senza essere pressati dalla scadenza giornaliera.

È stato molto interessante osservare come il lavoro del grafico e del giornalista vadano di pari passo. Il grafico infatti cerca di rispettare le richieste del giornalista ma, quando le regole di impaginazione lo impongono, il giornalista si trova costretto a ‘tagliare’ alcuni capoversi degli articoli rispettare gli spazi stabiliti.

La fattura del giornale è una sorta di catena di montaggio che funziona solo se tutti eseguono il loro lavoro in maniera efficiente e puntuale. L’esperienza che ho vissuto in una settimana di lavoro redazionale è molto funzionale per uno studente perché consente di accostarsi al mondo del lavoro.

Beatrice BENADI’

 

 

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