Una task force con «un intervento muscolare» delle forze dell’ordine per salvare il quartiere Barriera di Milano, in particolare nel tratto fra corso Giulio Cesare e corso Palermo, assediato dagli spacciatori.
È il frutto del vertice sulla sicurezza in Barriera di Milano che si è tenuto in Prefettura venerdì 7 gennaio in particolare dopo le minacce che lo stesso parroco di Maria Regina della Pace, don Stefano Votta, ha subìto il giorno della vigilia di Natale quando, dopo la Messa vespertina, è stato aggredito e minacciato in chiesa da una persona tossicodipendente. Episodi analoghi si sono verificati anche nei giorni seguenti sempre in chiesa o nelle vie limitrofe. Così la scorsa settimana si è riunito un tavolo di emergenza presieduto dal prefetto Raffaele Ruperto a cui hanno preso parte l’Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia con don Stefano Votta, il questore Vincenzo Ciarambino, il comandante provinciale dei carabinieri Claudio Lunardo, il sindaco Stefano Lo Russo, l’assessore alle politiche per la sicurezza Gianna Pentenero e il presidente della Circoscrizione 6 Valerio Lomanto.
La zona, oltre al senso di abbandono e degrado, è divenuta negli ultimi mesi, come denunciato più volte anche da La Voce e il Tempo, teatro di criminalità e violenza crescenti, dove i residenti ora hanno paura ad uscire di casa.

«Siamo circondati notte e giorno dagli spacciatori», sottolinea don Votta, «in questo momento siamo come il Titanic che sta affondando: abbiamo bisogno di scialuppe di salvataggio, tutti gli appelli sono stati fatti, ora bisogna intervenire». Non usa mezzi termini il parroco della Pace per fotografare la situazione in cui versa il quartiere, o meglio l’isolato della parrocchia. «Molte famiglie e persone fragili che seguiamo», prosegue don Votta, «sia italiane che straniere, hanno paura a venire in parrocchia a ritirare i pacchi viveri o a svolgere i colloqui con gli operatori della carità. Anche le famiglie hanno timori a mandare i propri figli in oratorio che ha sempre rappresentato un segno di vita e speranza grazie alla capacità di generare integrazione: nel cortile della Pace si ritrovano, infatti, insieme tutte le etnie e le religioni.
Così questa settimana sono iniziati gli interventi «muscolari» di emergenza annunciati dal questore Ciarambino.
Un primo passo che certamente non costituisce la soluzione. Per il sindaco Stefano Lo Russo «in primo luogo bisogna ridurre le disuguaglianze, far sentire le persone protagoniste del loro quartiere che deve diventare capace di offrire opportunità».
Lo Russo ha poi annunciato che l’amministrazione comunale investirà su importanti interventi di riqualificazione delle periferie anche grazie ai fondi europei del Pnrr per cui saranno coinvolti gli attori del territorio a cominciare dalle parrocchie.
«La situazione è grave», commenta il presidente della Circoscrizione Valerio Lomanto, «in quanto vengono attirati in Barriera spacciatori da tutta la città e la provincia. Ci auguriamo che gli interventi promessi siano utili e risolutori almeno nella fase di contrasto all’emergenza».
«Accanto alla lotta alla criminalità e alla paura dobbiamo coltivare anche prospettive positive», ha sottolineato l’Arcivescovo Nosiglia che ha invitato le istituzioni ad ascoltare i parroci, sentinelle nei quartieri di periferia, «è necessario anche ricostruire la fiducia: un obiettivo da raggiungere prima di tutto attraverso un investimento sociale che privilegia l’educazione, la formazione civica, gli spazi e le occasioni di incontro. Le presenze pubbliche sono, infatti, modi molto concreti di presidiare il territorio».