È la volta buona che la Russia invita il Papa di Roma a Mosca? Potrebbe succedere nell’incontro in Vaticano tra Francesco e il presidente russo Vladimir Putin giovedì 4 luglio 2019.
Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino – riferiscono le agenzie internazionali di stampa – «ha lasciato intendere che potrebbe essere l’occasione buona per ufficializzare l’invito di Putin a Francesco per una visita in Russia che segnerebbe un significativo passo in avanti nel dialogo con la Chiesa ortodossa russa». Il Papa visita una Nazione dietro invito del presidente e del governo di quella Nazione e della Chiesa. L’invito di quella cattolica è scontato ma in questo caso l’invito della Chiesa ortodossa non è solo auspicabile ma anche richiesto.
«Una buona notizia», commenta l’italiano mons. Paolo Pezzi, Arcivescovo di Mosca. Pace, presenza dei cristiani in Medio Oriente, Ucraina, Iraq e Siria, Venezuela, Africa e Asia, i temi principali del colloquio. Osserva Pezzi: «Il Papa ha qualcosa da dire e qualcosa da proporre ma è anche uno che ascolta». È il terzo incontro tra Bergoglio e Putin, dopo quelli del 25 novembre 2013 e del 10 giugno 2017 (50 minuti di colloquio». Negli incontri precedenti, Francesco chiese a Putin «un grande sforzo per realizzare la pace in Ucraina, essenziale come riposta alla grave situazione umanitaria. «I due – riferiva padre Federico Lombardi, portavoce vaticano – convenivano sull’importanza di ricostruire un clima di dialogo».
L’incontro avviene alla vigilia del vertice del 5-6 luglio 2019 convocato dal Pontefice in Vaticano con i vertici della Chiesa greco-cattolica ucraina: mons. Sviatoslav Shevchuk, da otto anni arcivescovo maggiore di Kiev-Halyč, il Sinodo permanente, gli arcivescovi e i metropoliti, con la partecipazione dei responsabili dei Dicasteri competenti, Congregazione per le Chiese orientali e Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani. Sottolinea un comunicato vaticano: «L’incontro offrirà l’occasione per approfondire l’analisi della vita e delle necessità dell’Ucraina, allo scopo di individuare i modi con cui la Chiesa greco-cattolica può dedicarsi sempre più efficacemente alla predicazione del Vangelo». In una situazione di forte tensione tra le Chiese ortodosse dopo che quella ucraina si è staccata da Mosca e si è dichiarata, con l’appoggio di Costantinopoli, «autodefala» cioè indipendente. L’obiettivo è «promuovere la pace, d’intesa, per quanto è possibile, con la Chiesa cattolica di rito latino e con le altre Chiese e comunità cristiane». In Ucraina non trova pace il conflitto tra ucraini e russi. Mons. Pezzi alla «Radio Vaticana» confida: «È un conflitto dimenticato. I rapporti con la Chiesa ortodossa russa sono buoni».
L’Ucraina vive «una delicata e complessa situazione». Nel gennaio 2019 il Patriarcato di Costantinopoli ha concesso l’«autocefalia» alla Chiesa ortodossa ucraina, che si è separata dal Patriarcato di Mosca il quale ha interrotto i rapporti con Costantinopoli. Uno scontro durissimo che ha fatto paventare un nuovo scisma interno alla Chiesa ortodossa. La Chiesa cattolica ha tenuto un comportamento esemplare: non c’è stato un solo commento, la Chiesa romana non ha interferito in nulla con il rischio di rendere la situazione peggiore di quella che è. Il Papa non interferisce nelle questioni delle Chiese ortodosse e – confida Pezzi – «ha chiesto anche a noi di non farlo».
L’Ucraina, già polveriera d’Europa, si è trasformata in una terra di scontro tra due grandi centri del Cristianesimo ortodosso. Dice mons. Shevchuk: «Il Papa vuole che tutti i metropoliti e i membri del Sinodo presentino alcune importanti questioni della vita della Chiesa in Ucraina e all’estero. In questo modo, la nostra Chiesa parteciperà all’elaborazione della visione e della strategia della Santa Sede in relazione allo stato ucraino e alla comunità ucraina mondiale».
Francesco ha manifestato sostegno al Paese est-europeo tramite l’iniziativa «Papa per l’Ucraina» che dal 2018 ha realizzato alcuni progetti umanitari monitorati dal Dicastero per lo Sviluppo umano integrale: il cardinale prefetto Peter Kdwo Appiah Turkson è stato in missione in Ucraina il 14-18 novembre 2018 per verificare la buona riuscita delle iniziative, rivolte principalmente ai bambini traumatizzati dalla guerra e dalle violenze.